Saverio Bafaro e Primarosa Cesarini Sforza: il poeta e l’artista insieme in “Traslochi”, un libro da leggere e vedere, da toccare e tenere tra le mani.

di Nicola FORNABAIO

Traslochi (Edizioni Efesto, 2024) di Saverio Bafaro e Primarosa Cesarini Sforza è un “volume-catalogo”, il secondo approfondimento monografico dei Dialoghi di Metaphorica, collegato al semestrale di poesia «Metaphorica».

Traslochi. Ediz. illustrata

Il libro nasce da «l’incrocio tra i cammini di artisti che solo apparentemente utilizzano media diversi», nella fattispecie dall’unione tra 17 opere di Primarosa Cesarini Sforza (tutte eseguite con collage e tecnica mista su carta, dimensioni cm 20 x 26) e 17 poesie di Saverio Bafaro, create «a partire dalla fascinazione-proiezioni delle immagini messe a disposizione dalla pittrice»: ogni opera visiva assume come titolo il primo verso della poesia contigua alla sua sinistra.

Il titolo ‘Traslochi’ ci riporta alla radice etimologica del verbo traslocare e Bafaro, in premessa al libro, ci spiega le motivazioni che lo hanno spinto a sceglierlo: dalla “materialità” del trasloco, del cambiamento di casa dello stesso autore, “disvelamento autobiografico” del poeta nei suoi versi (come ci suggerisce il sottotitolo simbolico ‘oggetti salvati, oggetti perduti’ dato dall’autore) all’analogia del termine meta-fora (trasferirsi oltre), radice di quel “libro corale” che è la rivista «Metaphorica» di cui Bafaro è il fondatore-redattore e che rappresenta il brodo primordiale culturale da cui scaturisce questo libro, il suo humus.

All’interno del volume troviamo un’intervista dello stesso Bafaro a Primarosa Cesarini Sforza, dove viene spiegato il perché di questo sodalizio che ci permette di entrare nella “prospettiva del mondo” e dell’arte della pittrice: lei, in una risposta ad una domanda del poeta, descrive la sua arte

«come una favola, come la magia di un gioco, per la presenza di elementi semplici e riconoscibili: ad esempio, la ‘casa’, gli ‘animali’, gli ‘uccelli’ […], forme note in grado di racchiudere, al loro interno, un forte potenziale di fantasia e affabulazione […]».

Precedono le immagini e le poesie di questo volume due letture critiche interpretative: in ordine Nel collage tra scritto e visto di Gandolfo Cascio e Come una nave subito dopo il varo di Roberto Gramiccia. Il primo, interpretando l’anima del volume, ci spiega come il «poeta si metta a giocare con […] l’arte, e a parlarle e confondersi con lei». Il secondo, invece, attraverso quattro parole-chiave (leggerezza, innocenza, misura, ardimento) cerca di “valorizzare ciò che unisce” le pagine di questo libro, evidenziando il senso dell’“intero” di hegeliana memoria.

Un libro da leggere e vedere insieme, da toccare e tenere tra le mani, dove poesia e immagini si sostengono e si completano a vicenda pur mantenendo la loro identità, dove l’una non può stare senza le altre («Si è fatto equilibrio / tra uomo e pianta / tra colore e assenza / tra dono e reso / tra storno e stormo»), e dove gli stili comunicativi del poeta e della pittrice si contaminano e si arricchiscono reciprocamente.

Nicola FORNABAIO  Roma  9 Febbraio 2025

Primarosa Cesarini Sforza, nasce in una famiglia di artisti e collezionisti (Cesarini Sforza, Cascella, Canevari) e, dopo gli studi presso l’Istituto d’Arte di Roma, si trasferisce nel 1966 negli Stati Uniti. Le prime mostre hanno avuto luogo nel 1968 a New York, città in cui l’artista ha continuato a esporre in gallerie e istituzioni fino agli inizi degli anni ’80 e ancora nel 2019 presso la Allan Stone Projects. Ha viaggiato ed esposto in molte città sia in Europa (Madrid, Colonia, Parigi, Lisbona, Bilbao) che fuori (Argentina, Iran, India, Emirati Arabi, Marocco, Cina).