di Silvana LAZZARINO
L’arte attraverso il digitale e il web amplifica l’effetto della visione anche grazie alla restituzione della tridimensionalità con cui si possono ridefinire le immagini. In questa ottica l’atto creativo viene ripensato quale occasione per esplorare le possibilità che può racchiudere un semplice segno nel definire forme che procedono da una superficie bidimensionale ad un’altra che proietta verso la terza dimensione.
Questa esplorazione a creare passaggi da una dimensione ad un’altra, dal bidimensionale alla tridimensionalità è alla base della ricerca del recente lavoro di Shlomo Harush nato a Gerusalemme nel 1961, ma attivo a New York dove si è trasferito alla fine degli anni Novanta. Egli ha sempre intuito nell’arte un veicolo privilegiato attraverso cui esprimere in assoluta libertà la propria visione del mondo restituendo al disegno una nuova appartenenza: quella riferita all’ambiente tridimensionale. Così il disegno diventa scultura e poi la scultura un nuovo disegno o pittura; ed in questo passaggio da una dimensione all’altra, fondamentale è l’effetto della luce e dell’ombra che, fondendosi con le opere restituiscono un’altra dimensione, non materiale, ma percepibile.
Shlomo Harush, che in precedenza ha già collaborato per Building, durante i circa tre mesi di lockdown per via dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19, ha sentito la necessità di misurarsi con nuove metodologie e linguaggi per la divulgazione dell’arte, soprattutto in vista della lavorazione al nuovo progetto interamente online in cui l’arte fosse libera da qualsiasi limite, strutturale, temporale e spaziale.
L’attività di Building contempla un progetto virtuale – ancora in elaborazione –volto ad una nuova modalità espositiva e narrativa, fruibile attraverso il sito e altre piattaforme web, atte a sviluppare una nuova sperimentazione artistica e curatoriale incentrata sulla relazione con lo spazio fisico di Building e allo stesso tempo con quello del surreale.
Il digitale viene sperimentato da Shlomo Harush nell’opera “Segments by email” esposta da fine giugno negli spazi di Building fino a settembre 2020. Si tratta di brevi animazioni, dove si evince la ripetizione di un’azione semplice e talvolta astratta in cui viene esaltata la potenzialità dell’animazione e del video come modalità di condivisione immediata di un’intuizione, un sentimento o un attimo potenzialmente condiviso con altri. Si è spettatori di un progetto sia fisico, sia virtuale da visitare nello spazio della galleria e allo stesso tempo anche online. I video presentano una serie di incontri di figure umane e oggetti danzanti che si uniscono in un interno di linee confuse, geometrie variabili e astratte, come se qualcosa nel web succedesse e si perdesse a causa di un algoritmo che, in maniera autonoma, genera nuove forme e colori.
L’artista, che ha sviluppato e realizzato il suo lavoro nel periodo di quarantena a New York così afferma:
” In un momento per tutti di profondo silenzio, ho pensato e sentito che la cosa giusta da fare era lavorare assecondando questo silenzio collettivo. Il mio lavoro si è dunque sviluppato attraverso l’idea e il senso della tridimensionalità, i video sono il risultato di un modo diverso di pensare alle mie sculture tradizionali, un modo che è stato suggerito dal silenzio di cui ho parlato. Di conseguenza ho realizzato queste brevi animazioni, che sono una combinazione tra le mie sculture e i miei disegni, e si adattano sia allo spazio della mostra reale che a quello virtuale. Sono immagini in movimento che possono diventare scultura, tornare disegno o pittura e dividersi ancora in frame e segmenti della composizione. È una mostra che può essere inviata via e-mail.”
Così lo spazio virtuale diventa piattaforma preferenziale per esplorare un nuovo modo di esibire e ridefinire le questioni dell’arte in un periodo complesso.
Silvana LAZZARINO “6 luglio 2020
Shlomo Harush
“Segments by email”
Building, Via Monte di Pietà 23 Milano