di Claudio LISTANTI
Mirabile l’esecuzione musicale di Roland Bӧer e l’interpretazione della specialista Janie Dee. Valida la regia di Keith Warner
Amore, Passione, Follia. Questo è il tema conduttore del 44° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano scelto dal direttore musicale e artistico Roland Bӧer e dal coordinatore artistico Giovanni Oliva, per segnare il percorso che la manifestazione poliziana intraprenderà attraverso il sostanzioso ed interessante programma che si svolgerà attraverso diciotto giorni di concerti, opere, rappresentazioni teatrali e balletti per stabilire un comune denominatore che sia la via privilegiata per condurre lo spettatore ad un efficace approfondimento di quanto proposto.
Per dimostrare la validità di queste scelte è da considerarsi paradigmatico lo spettacolo scelto per l’apertura del Festival: Passion un ‘musical’ scritto e musicato da Stephen Sondheim, con il libretto di James Lapine, messo in scena dal regista Keith Warner ed eseguito da Roland Bӧer alla guida del Passion Ensemble e di una valida compagnia di canto.
‘Passion’ deriva da ‘Fosca’ un romanzo italiano del periodo della cosiddetta ‘Scapigliatura’ opera più importante, ma anche più conosciuta, dello scrittore Iginio Ugo Tarchetti ( fig 1), che aderì a quel movimento letterario. ‘Fosca’ uscì nel 1869 pubblicato a puntate sulla rivista Il pungolo; suddiviso in 50 capitoli fu presto pubblicato anche in volume ‘unico’ e considerato una delle opere di riferimento per comprendere a pieno i contenuti ideali della Scapigliatura. E’ ispirato ad un’esperienza autobiografica dell’autore quando in un momento della sua vita militare conobbe una ragazza parente di un suo superiore, molto sofferente fisicamente perché malata di epilessia che amò perdutamente pur essendo prossima alla morte.
In Italia Fosca ispirò, nel 1980 e con lo stesso titolo, un film tv realizzato dal regista Enzo Muzii e, soprattutto, stimolò l’arte cinematografica del regista Ettore Scola che nel 1981 ne realizzò un film di straordinaria pregnanza, dal titolo Passione d’Amore che, seppur in presenza di alcune differenze con il testo originale, ne risulta comunque fedele nello spirito, una pellicola che seppur apprezzata a livello intellettuale non riscosse significativo successo tra gli spettatori italiani.
La versione cinematografica di Scola, a testimonianza della sua validità artistica, ispirò sul finire dello scorso secolo Stephen Sondheim e James Lapine, che ne trassero un adattamento in forma di musical dal titolo Passion, che debuttò a Broadway nel 1994, con Donna Murphy nel ruolo della protagonista, ottenendo un notevole successo che consentì a Passion di entrare nel mondo del musical valicando, poi, i confini degli Stati Uniti per arrivare, nel 1996, a Londra dove la parte di Fosca fu affidata a Maria Friedman e, successivamente oggetto di due ‘revival’, sempre nella capitale inglese nel 2010, protagonista Elena Roger, e nel 2013 una nuova produzione a Broadway con Judy Kuhn nel ruolo della protagonista.
Con le rappresentazioni di Montepulciano, Passion, (fig 2) è giunto così anche in Italia, colmando una lacuna che sicuramente farà felici gli estimatori e tutti gli appassionati di questo particolare genere di teatro in musica.
Per quanto riguarda l’azione rappresentata è movimentata dalle gesta del Capitano Giorgio Becchetti, giovane di famiglia agiata e di bella presenza che ha una relazione amorosa con Clara, donna appartenente alla buona borghesia milanese ma in crisi matrimoniale nonostante fosse madre un figlio ancora in tenera età. Improvvisamente Giorgio viene trasferito presso una guarnigione militare in un luogo isolato della Val Padana dove entra in contatto con un ambiente piuttosto ristretto, di soli uomini, tranne la presenza di Fosca, cugina del Colonnello che comanda quell’avamposto, donna minata nel fisico e nella mente da una vita sfortunata. (Fig. 3)
L’incontro tra i due è il fulcro della tragedia. Fosca si attacca mentalmente a Giorgio, considerandolo vera e propria ancora di salvezza del grigiore nel quale è precipitata la sua vita facendo nascere una passione travolgente dove amore e follia ne sono ingredienti fondamentali. Giorgio è una persona gentile ed educata e cerca di avvicinarsi a Fosca nonostante il suo aspetto esteriore ripugnante. Il medico della guarnigione, Tamburri, cerca di favorire questo avvicinamento considerandolo una sorta di terapia per la sfortunata donna. In un rientro a Milano per incontrare la sua amante, Clara gli comunica di aver avuto un ripensamento circa il rapporto con il marito e dichiara conclusa la loro relazione. Giorgio ne soffre ed è questo il primo gradino che lo avvicina a Fosca con la quale trova una certa affinità psicologica. Il loro rapporto si intensifica e provoca la reazione del cugino Colonnello che lo sfiderà a duello; rimarrà ferito e Giorgio ne esce vincitore (fig 4). Ma Fosca morirà dopo pochi giorni lasciano Giorgio nella disperazione ed in lui avviene una sorta di reincarnazione degli stati d’animo di Fosca che lo condurranno ad una vita randagia e dissennata.
Da questo succinto riassunto della trama si può comprendere quanto ‘Passion’ metta in evidenza un doppio filo che lega i tre elementi che danno il titolo al 44° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, Amore, Passione e Follia (fig 5) citando anche le parole usate, nel catalogo del Festival, dal Direttore Artistico e Musicale Roland Böer:
‘…. Quando siamo innamorati di una persona…, una corrente impetuosa di emozioni dolcissime e fortissime, reciproche e contrastanti, ci trascina inevitabilmente nell’universo di amore, passione e follia’.
Per analizzare le componenti dello spettacolo al quale abbiamo assistito presso il Teatro Poliziano di Montepulciano iniziamo dalla parte visiva. Come accennato è stata affidata al regista Keit Werner, del quale al Cantiere di Montepulciano si ricorda ancora la bellissima regia per Albert Herring di Britten nel 2010, artista di grande esperienza nell’ambito del teatro d’opera soprattutto per le realizzazioni di opere di Wagner, ha saputo dare alla realizzazione scenica una felice unitarietà di base costruita tramite una recitazione avvincente che riusciva ad amalgamare la struttura ‘episodica’ del testo grazie anche ad un’azione efficace, spesso avvincente, riuscendo ad evidenziare i caratteri, non solo dei personaggi principali ma anche a quelli di contorno, contribuendo così a mettere in evidenza l’ambiente nel quale si svolge l’azione per un affresco molto godibile nell’insieme. A questi risultati hanno contribuito le scene ‘essenziali’ di Ashley Martin-Davis, realizzate nei Laboratoridella Fondazione Cantiere, i costumi d’epoca di Tom Rand e le appropriate luci di John Bishop.
Per quanto riguarda la parte musicale concepita da Stephen Sondheim dobbiamo innanzi tutto dire che ascoltandola ha un po’ deluso le nostre aspettative per il fatto che tutto è costruito su pochi temi, reiterati e ripetuti rendendo l’ascolto piuttosto monotono, evidenziando anche una struttura melodica poco attraente nella quale si percepisce in alcuni punti una ispirazione pucciniana. La partitura in un certo senso tradisce il genere musical nel quale è classificata anche per l’assenza di elementi brillanti come il balletto ed è orientata più decisamente verso il genere singspiel; mette però in luce una sapiente strumentazione, costruita su un organico di 23 strumentisti nella quale spiccano un numero consistente di fiati e di archi, valorizzata grazie anche dalla pregevole esecuzione di Roland Böer alla guida del Passion Ensemble.
Per quanto riguarda la parte vocale, che prevede la presenza di ben 14 personaggi, è stata giustamente percorsa la via di affidare l’esecuzione ad un cast internazionale interamente composto da specialisti di questo particolare genere musicale. A partire dalla protagonista, l’inglese Janie Dee, artista dalla straordinaria esperienza, sia nel musical sia nel teatro di prosa, che le ha consentito di restituirci un Fosca intensa e credibile. Nelle altre parti principali c’erano Philip Smith (Giorgio), Anna Gillingham (Clara), Eric Robert (Dottore), Michael Kristensen (Colonnello), Peter Marsh (Maggiore).
La recita alla quale abbiamo assistito (13 luglio), è stata eseguita da un foltissimo pubblico convenuto al limite della capienza presso il Teatro Poliziano ed è stata salutata al termine da un incontrastato successo con applausi per tutti gli interpreti nel quale c’è da registrare quello personale per Janie Dee, Philip Smith e per il direttore Roland Böer, vero beniamino del pubblico di Montepulciano (fig 6) .
Audio: Una scena d’insieme di Passion. Roland Böer e Passion Ensemble. Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. 2019
Claudio LISTANTI Montepulciano luglio 2018