Talking ‘About (Art)’ Caravaggio: “La Presa di Cristo”parlano gli esperti. C. Giantomassi.

Carlo GIANTOMASSI

Carlo GIANTOMASSI

Domande su la Presa di Cristo Bigetti già Ruffo

-Hai avuto modo di vedere da vicino ad Ariccia, nello splendido evento realizzato da Francesco Petrucci a Palazzo Chigi, questa versione della Presa di Cristo ora in collezione Bigetti; ti chiedo innanzitutto la prima impressione che hai avuto di fronte al dipinto che com’è noto non era mai stato esposto al pubblico

R: Avevamo, con mia moglie Donatella, già visto il quadro quando era stato iniziato il restauro ma poi non l’ho più rivisto fino alla recente visita ad Ariccia in compagnia di Francesco Petrucci e Mario Bigetti, prima dell’inaugurazione della mostra. Già quando lo vedemmo durante il restauro avevamo espresso la nostra opinione riguardo al dipinto ritenendolo sicuramente di Caravaggio ed ora dopo averlo rivisto ritengo di confermare l’intuizione che avevamo avuto allora. Il confronto con il dipinto di Dublino è di grande importanza, perché come dice giustamente Petrucci, si tratterebbe di una seconda versione autografa, dipinta molto più “bella ed elegante” mentre la prima versione ora in collezione Bigetti risulta più immediata e meno raffinata, basta vedere le mani “polipesche” del Cristo, tipico delle “manacce“ che solitamente dipinge il Merisi.

-Insieme alla cara amica Donatella Zari tu hai potuto mettere mano al restauro di importanti capolavori, ti chiedo quindi luce della tua lunga esperienza di conoscitore di dipinti antichi come si fa – in generale- a riconoscere l’originalità di un’opera rispetto ad una copia?

R: Non è spesso facile distinguere un originale da una copia e spesso non bastano, oltre ad un attento esame visivo, indagini diagnostiche che possono evidenziare pentimenti significativi che solitamente non compaiono nelle copie, anche se in queste ultime possono esserci correzioni in fase di esecuzione; naturalmente è durante le fasi di un attento restauro che si possono mettere in evidenza le caratteristiche specifiche di un dipinto.

-Come certo sai due ‘Prese di Cristo’ si contendono l’autografia originale caravaggesca; nel catalogo il curatore della mostra, Francesco Petrucci, sostiene l’autografia di entrambi rimarcando però come questo di collezione Bigetti sia la prima versione; tu che ne pensi?

R: Come ho già affermato prima sono molto d’accordo con Petrucci ovvero che il quadro Bigetti sia la prima versione della Presa di Cristo mentre le numerose copie a noi pervenute provengono tutte dal dipinto di Dublino che, come già detto risulta più “bello”, tanto che in passato il dipinto è stato attribuito a Gherardo delle Notti.

-Come si sa e come appare dal catalogo, sono state realizzate molte analisi diagnostiche sulla Presa di Cristo oggi ad Ariccia. Quali sono le caratteristiche che consentono di riconoscere un quadro di Caravaggio come originale?

R: Sono molto importanti le indagini diagnostiche: radiografie, riflettografie I.R. sezioni stratigrafiche, analisi dei pigmenti anche se risulta sempre determinante una attenta ricognizione visiva, oltre le ricerche storiche artistiche. Naturalmente quanto ho detto si tratta di una estrema semplificazione del problema non risolvibile in poche righe.

-Quanto alle condizioni del quadro ti chiedo visto che sei stato anche docente di restauro quali osservazioni ti senti di fare circa il lavoro condotto da Carla Mariani.

R: L’intervento di restauro di Carla Mariani, collega e cara amica, lo ritengo ottimo, eseguito con cura, precisione e con estremo rispetto e attenzione alla stesura originale.

-Un’ultima domanda sulla cornice che dovrebbe essere quella originale del dipinto commissionalo dai Mattei; sei in grado di confermare che la cornice risale all’epoca della realizzazione del quadro da parte di Caravaggio?

R: Ritengo che si tratti di una cornice seicentesca, anche se non ci siamo mai occupati di cornici, ed è molto probabile che sia quella originale del dipinto nella prima versione Mattei.