“The Tear” di Silvio Coiante alla Galleria la Nuvola, con un intervento della curatrice Alice Falsaperla (fino al 12 Marzo).

di Lori FALCOLINI

Nello spazio “bifronte” della Galleria di Arte Contemporanea La Nuvola di Roma aperto agli autori che hanno reso grande l’arte italiana dall’inizio dagli sessanta in poi e ai fermenti creativi dell’oggi, sono in mostra le opere di Silvio Coiante. The Tear (lo strappo) è il nome che la curatrice Alice Falsaperla ha scelto come filo conduttore delle opere in mostra eseguite con la tecnica del Papier collé.

L’artista Silvio Coiante e la gallerista Alice Falsaperla. Fotografia di Domenico Flora 
“Mi occupo da sette anni di questa tecnica, con il papier collé ho affrontato tutti i temi dell’arte classica dal paesaggio alla natura morta al ritratto”
Silvio Coiante, “Donna Wrangler” (2020), papier collé e acrilico su carta, dettaglio, cm 90 x 130. Fotografia di Martina Magno M3studio
Silvio Coiante, “Uomo Wrangler” (2020), papier collé e acrilico su carta, dettaglio, cm 90 x 130. Fotografia di Martina Magno M3studio

dice Silvio Coiante, un artista che nella sua opera lega creativamente l’esperienza di grafico pubblicitario ed editoriale con la formazione presso l’Accademia d’Arte di Roma e successivamente a Londra con l’artista Ruth Franklin, tutor nel corso Mixed media and drawing projects.

“Sono partito da un percorso figurativo grazie all’insegnamento del prof. Modica disegnando e dipingendo su tela ma non volevo fermarmi alla pittura classica. Attraverso la sperimentazione sono arrivato un po’ per caso a questa tecnica antica che ho rivisitato per quelle che sono le mie caratteristiche: la precisione, la pazienza, la spinta a rompere queste regole e la sintesi che fa parte della mia formazione di grafico”.

Una performance – la prima di Silvio Coiante ed anche della Galleria La Nuvola- ha inaugurato The Tear mettendo in scena l’esecuzione di un’opera che sembra site specific nel suo essere simbolicamente in armonia con lo spazio espositivo: il soggetto contiene al suo interno una figura moderna ed una antica, uno sguardo rivolto al passato ed uno al futuro. The Tear rappresenta anche la sintesi di un confronto tra l’artista Silvio Coiante e la curatrice Alice Falsaperla, due “volti” dell’arte contemporanea.

Tre strati di carta dipinta di giallo rosso e blu incollati su un telaio, un taglierino: il gesto illusionistico di Coiante “dipinge” mentre strappa scolla spella il supporto cartaceo che l’acqua ha ammorbidito rilassando le fibre. Papier collé. L’artista scava nella profondità sottile della carta evocando immagini, suture di colore, ambivalenze di antico e moderno tenute insieme da collanti misteriosi. Le lacerazioni creano forme immaginifiche i cui bordi scolorati trattengono la forza del gesto. The Tear lentamente appare: è un Giano Bifronte. Un volto ha il naso gobbuto; l’altro all’opposto ha una barba fluente, sembra avere la concentrazione di un filosofo greco, così mi appare. Lo spettatore è coinvolto nel gioco espressivo delle forme, proietta emozioni come di fronte ad un test di Rorschach spettacolare.

Ho studiato i grandi del passato” continua Silvio Coiante “e continuo ad osservarli; dall’arte classica nasce la bellezza a cui mi ispiro nella composizione e nell’equilibrio delle forme ma non nel modo di approcciarmi alla realizzazione; è un’estetica che mi aiuta nella ricerca cromatica, nella vicinanza dei colori. La mia maggiore fonte di ispirazione è però la Pop Art sia quella americana che italiana da Tano Festa a Schifano; mi hanno sempre affascinato quella freschezza ma anche quelle “assenze”, il non detto, il non descritto, un livello superiore di sintesi. Ed è quello che accade poi nel mondo della grafica: prima si mettono insieme tanti elementi poi si spoglia il lavoro per arrivare ad una sintesi in cui pochi elementi danno o suggeriscono qualcosa senza bisogno di descriverlo nel suo totale anche per lasciare spazio alla libertà immaginativa di chi osserva. Per le mie opere attingo ad un diario iconografico, una sorta di raccoglitore di pensieri per immagini che riprendo nel tempo e combino tra loro. Abitualmente uso una immagine moderna sovrapponendo una classica, da questa unione nasce una terza immagine da cui realizzo un’opera”. 
Silvio Coiante, “Fuoco 02” (2020), papier collé e acrilico su carta, cm 90 x 130, fotografia di Martina Magno M3studio
Silvio Coiante, “Amsterdam” (2021), papier collé e acrilico su carta, cm 90 x 130. Fotografia di Martina Magno M3studio

Osservando da prospettive diverse le opere in mostra di Silvio CoianteBetty, Non mi assomiglia per niente o Fuoco fino ad arrivare ad Amsterdam– le immagini mutano. Ora prevale un dettaglio invece che l’insieme ora  non si vede né l’uno né l’altro bensì un’immagine nuova.

“Tutto” conclude l’artista “non è subito visibile. Nella realtà di oggi in cui tutto è a disposizione subito, la lettura di un’immagine acquisita lentamente può diventare spunto di riflessione”.

Abbiamo chiesto alla curatrice Alice Falsaperla come è nata l’idea della performance e del titolo dato alla mostra, The Tear.

L’azione performativa è nata da un’idea ragionata e condivisa con Coiante, il cui intento è stato da un lato quello di svelare una metodologia ben precisa alla base del suo processo creativo, il papier collè; dall’altro quello di porre un simbolo, in questo caso il Giano Bifronte, che per eccellenza personifica il concetto di dualismo, a sintetizzare la poetica che anima le sue creazioni in cui il digitale si compenetra alla mitologia, lo storico confluisce nel contemporaneo. Coiante ha realizzato ad hoc ed in situ alla Galleria La Nuvola un’opera di grandi dimensioni mantenendo una fervente sensibilità per l’ambiente con cui si è trovato a confrontarsi. Si era già riflettuto sulla possibilità di materializzare un’opera sul fondo della Galleria, nel suo “punto di fuga”, e dopo una serie di confronti il soggetto archetipico ci è sembrato il più rappresentativo per le caratteristiche che compongono la sua produzione artistica e per quelle che fondano la nostra realtà, secondo un doppio sguardo rivolto alla storicità e alla contemporaneità. Il pubblico così ha partecipato non solo ad un’azione performativa nel senso canonico del termine ma ad una vera e propria gestazione dell’opera, prima in senso ideale e poi manuale, approdando al suo graduale svelamento.
Rispetto al titolo scelto per la mostra, The Tear , lo strappo suggerisce la nozione dionisiaca secondo cui “la creazione deriva dalla lacerazione”, come specifico anche nel testo critico dedicato alla mostra. Tear è un atto di rottura tra le parti, come “zone di confine” che l’artista svolge davanti ad un pubblico in modo meditativo e costante. Si tratta di un gesto esatto, inevitabilmente irregolare, che traccia un limite alla superficie e i cui strappi fungono da contorni. Lo trovo un atto di contraddizione interna, artistica e di coinvolgimento esterno, sociale, attraverso un pubblico unito ad assistere ad un processo creativo solitamente diviso dalla sua stessa finalizzazione”.

Lori FALCOLINI  Roma 10 Marzo 2024

Silvio Coiante The Tear a cura di Alice Falsaperla– Galleria La Nuvola via Margutta 41 Roma- dal 2 marzo al 12 marzo 2024.