Ultimi giorni per visitare “L’ultimo Espaliu’, in mostra all’Academia de España en Roma a Piazza S. Pietro in Montorio, 3

di Silvana LAZZARINO

Un’arte che racconta identità, diversità, malattia, doppio, sull’onda della vita nei suoi percorsi di dolore e rinascita 

Tra i più affermati artisti  della Spagna tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso Pepe Espaliú (Cordova 1955 – 1993) ha saputo restituire attraverso i diversi linguaggi dell’arte con accenti intensi e avvolgenti le emozioni della vita soffermandosi su tematiche  che procedono dal motivo dell’identità al concetto di doppio, dall’aids alla morte. Dalla pittura al disegno, dalla scultura alla performance e alla poesia. l’artista andaluso. che fu borsista della Real Academia de España en Roma negli anni 1992-1993, restituisce i dubbi che attraversano il pensiero dell’uomo tra pure e bisogno di certezze, ricerca di sé e smarrimento del proprio essere.

Per la prima volta in Italia la Real Academia de España en Roma gli dedica una mostra “L’ultimo Espaliú” che chiude tra pochi giorni. Organizzata dalla Real Academia de España en Roma con l’Acción Cultural Española (AC/E) e curata da Xose Prieto Souto e Rosalía Banet e da Raffaele Quattrone per la sezione dedicata al contesto italiano, la mostra attraverso 19 opere sculture, disegni, ed una serie di documenti originali dell’epoca come lettere, articoli di giornale e video delle sue performance, restituisce il percorso artistico di Espaliú.

Diversi i musei di provieneza delle opere tra cui il Museo Nacional Reina Sofía di Madrid, il Centro Andaluz de Arte Contemporáneo di Siviglia, il Centro de Arte Pepe Espaliú di Cordova, la Galería Pepe Cobo di Madrid e la Real Academia de España di Roma.

Il percorso espositivo si sviluppa lungo tre sezioni tematiche: nella prima sono esposti i suoi Carrying rappresentati in tre forme diverse, video, sculture e performance; nella seconda si possono ammirare gli ultimi disegni testimonianze della fragi¬lità dell’artista, e nella terza sezione si ritrovano i motivi simbolici ricorrenti riferiti alla fase finale della sua opera, come le stampelle e l’idea di nido, raccontata nella performance “Il Nido (1993, Arnhem, Olanda) in cui Pepe Espaliú mostra attraverso il processo dello spogliarsi, la fragilità, la solitudine, l’abbandono da parte delle istituzioni e della comunità di fronte alla malattia.

In ogni sala emergono elementi costanti che rappresentano il bisogno di sostegno, a volte sotto forma di trasportatori, altre sotto forma di stampelle. La materialità del corpo, quella dello stesso artista che a volte viene trasportato scalzo per le strade della città e, in altre, si spoglia e mostra la sua vulnerabilità”.

Molto forte il tema della morte reso nelle sculture di Carrying con le forme chiuse che rimandano a feretri; nche nella seconda sala questo tema è visibile in in alcuni disegni; mentre nella terza lo si ritrova nella vestizione in cui Il nido diventa espressione del circolo della vita.

Da sottolinere la presenza di una selezione di opere e materiali di archivio sull’attività artistica che Espaliú sviluppò in diverse città europee negli ultimi anni della sua vita. E’ in questo periodo che Espaliú, malato di aids e presente in diversi reportage televisivi, realizza lungo le strade di Madrid la sua più famosa performance: Carrying,. Durante la performance data la condizione difficile dovuta all’aggravarsi della malattia, si fece trasportare di braccia in braccia da un centinaio di persone, in un percorso che dalla Camera dei Deputati arrivava al museo d’arte moderna e contemporanea Reina Sofía.

Al centro di questa esposizione sono l’invulnerabilità, la malattia, l’isolamento e il bisogno di sostegno. Tra l’altro la performance da lui realizata rappresentò un “uscire dalla tana della talpa, come spiegava Espaliú, un outing sulla sua condizione di malato di AIDS ma anche sull’omosessualità, aspetti che che segnarono la fase finale della sua ricerca artistica”.

E proprio la malattia, la vulne­rabilità, l’isolamento, l’incomprensione e di conseguenza la necessità di sostegno da parte di una comunità protettrice, sono i fili conduttori che segnano il percorso della mostra. La sezione dedicata al Contesto italiano a cura di Raffaele Quattrone, mette in evidenza l’originalità e la forza comunicativa delle opere realizzate da artisti italiani scelte dallo stesso curatore, nell’affrontare tematiche legate alla creazione di comunità, alla malattia, all’identità o alla diversità. In questa sezione; Bruna Esposito, Francesco Impellizzeri, Vincenzo Marsiglia, Alessandro Moreschini, Marinella Senatore e Cesare Viel.  Le loro opere appartengono al MAXXI e a collezioni private.

L’ULTIMO ESPALIU’

Academia de España en Roma.Piazza San Pietro In Montorio 3. Orario: da martedì a domenica  10.00 -18.00, fino al 2 giugno 2019, ingresso libero

http://www.accademiaspagna.org

Silvana LAZZARINO   Roma 2019