di Roberto CIABATTINI
Ancora sappiamo poco sulla formazione artistica di Michelangelo Vestrucci, (Montevarchi, 1569 – post 1634), che certamente esce dalla bottega di Jacopo Ligozzi ( Verona, 1547 – Firenze,1627) e si forma in seguito imitando e copiando le opere di Ludovico Cardi detto il Cigoli (Cigoli 1559 – Firenze, 1613).
Già negli anni Novanta con il mio amico e collega Filippo Gheri avevamo iniziata una campagna fotografica nelle chiese del Valdarno di Sopra, in cui avevamo individuato una serie di opere pittoriche che presentavano caratteristiche tali e uno stile omogeneo,che le raggruppammo tutte insieme. Quando andammo a Castelfranco di Sopra (AR), scoprimmo nella Chiesa di San Tommaso e nella vicina Compagnia dei Bianchi una quantità di questi dipinti fatti tutti da uno stesso artista che raggruppammo sotto un ipotetico nome di “Maestro di Castelfranco”. Continuando le nostre ricerche constatammo che lo stesso artista era presente a Terranuova Bracciolini (AR), nella Pieve di Santa Maria Bambina con un dipinto e nella locale sacrestia e canonica con altri quattro dipinti. Sempre nella vicina chiesa di Santa Lucia alla Cicogna (Terranuova Bracciolini, Arezzo), erano due grandi pale sempre dello stesso artista.
L’illuminazione del suo autore avvenne nel 1998, quando Don Silvano Pieri pubblicò nel «Bollettino d’informazione. Brigata Aretina degli amici dei Monumenti», vol. 32, 67, 1998, pp. 52-58, un diario manoscritto del pievano Tero Teri di Sant’Eleuterio di Salutio (Castel Focognano, Arezzo), che aveva commissionato nel 1618 a un certo Michelangelo Vestrucci di Montevarchi dei dipinti per la sua chiesa. I dipinti di Salutio corrispondevano perfettamente a quelli di Castelfranco di Sopra, di Terranuova Bracciolini, della Cicogna e di Bucine. Continuando le nostre ricerche, scoprimmo che lo stesso artista era stato Podestà a Catelfranco di Sopra nel 1618 e presente con le sue opere nelle chiese di Montevarchi e in quasi tutte le chiese del Valdarno Superiore: Bucine, Galatrona, Montegonsi, Montaio e Ambra.
Nel 2000 Liletta Fornasari pubblica un documento rintracciato dal compianto Mario Senesi, in un manoscritto di Foiano della Chiana (Arezzo), in cui Michelangelo Vestrucci da Montevarchi viene citato per l’allogagione di una Natività di San Giovanni Battista nel 1624 e terminata nel giugno 1626, precedentemente attribuita da Roberto Contini a Giovanni Francesco Gurrieri (cfr. R.Contini, La pittura del Seicento ad Arezzo e nel territorio aretino, in La pittura in Italia. Il Seicento, a cura di M.Gregori e E.Schleier, Milano 1989, p. 355).
Andando di persona a consultare questi documenti e visitando le chiese di Foiano, scopro che Michelangelo Vestrucci a Foiano esegue altre opere: una Natività della Vergine nella chiesa di Santa Cecilia alla Pace e la rovinatissima Nozze di Cana, nella Chiesa di San Francesco.
Alla fine del 2010 contatto Lilletta Fornasari, perché vengo a sapere che stava preparando un libro sulle opere del Valdarno Superiore, poi pubblicato in “Il Seicento in Valdarno”, Ospedaletto (Pisa), Giugno 2011, la quale mi dimostra subito la sua gentilezza e disponibilità nelle ricerche che aveva fatto avendole individuato in un manoscritto nell’Archivio della Collegiata di Montevarchi: Prospero Maria Gaspero Conti, Notizie e riflessioni per servire l’Istoria Naturale del Valdarno di Sopra e alla civile ed Ecclesiastica della Terra di Montevarchi, ms 1770, con la data di nascita di Michelangelo Vestrucci e la realizzazione di alcune sue opere a Ambra (Bucine) nel 1600 e a Montevarchi, che insieme a Filippo Gheri avevamo già individuato. A questo punto avevamo raggruppato una tale quantità di opere di stesso artista che potevamo presentarle al pubblico.
L’occasione si presentò con Bucine (Arezzo) nella cui Pieve dei Santi Apollinare e Giovanni Battista era presente del Vestrucci un’ Ultima Cena e una serie di tele in una cappella. L’Associazione Culturale Parrocchiale “Niccolò Angeli” nel dicembre 2011 organizzò un convegno “Michelangelo Vestrucci e i dipinti di S.Apollinare e S. Giovanni Battista a Bucine”, presentata dalla Prof.a Mina Gregori, la quale fu entusiasta e felicissima di queste nostre scoperte, con noi anche Liletta Fornasari e Lucia Bencistà che aveva scoperto del Vestrucci altri dipinti inediti e Elia Bruttini che aveva individuato in Archivio di Stato di Firenze alcuni documenti su Michelangelo Vestrucci che aveva realizzato alcune opere per un convento di suore di Bucine che non erano state pagate e che lo stesso Vestrucci per la riscossione dovette fare intervenire gli sbirri e il vescovo di Arezzo.
Il successo realizzato da questa iniziativa di Bucine che veniva presentato per la prima volta questo sconosciuto pittore Montevarchino, fu tale che l’anno successivo nel novembre 2012, la stessa Associazione di Bucine volle ripetere il convegno sul Vestrucci, presentando altri inediti.
Nel Febbraio 2012, presentavo Michelangelo Vestrucci all’Accademia Petrarca di Arezzo.
Salutio (Castel Focognano, Arezzo), da dove proveniva la prima scoperta di Michelangelo Vestrucci e delle sue opere, volle nel Dicembre 2012 organizzare una conferenza sui “Tesori della Pieve di San Eleuterio”, ripetendola poi l’anno successivo nel dicembre 2013, ambedue queste conferenze organizzate da Michel Scipioni, che poi le pubblicherà il volume sulla Pieve (2018). Lucia Bencistà, presentava il 23 aprile 2014, a Montevarchi (AR), nel Centro San Ludovico “Michelangelo Vestrucci, pittore di Montevarchi”.
Nel Luglio 2014 decido di pubblicare la monografia di Michelangelo Vestrucci, pubblicando anche due dipinti inediti del Cigoli, che si trovano nella sacrestia della Collegiata di Santa Maria a Figline, dove è presente un’opera del Vestrucci. Alessandro Grassi, in Archivio di Stato trova il documento di pagamento al Cigoli al 1 maggio 1588 (cfr. A. Grassi, Ancora il Cigoli a Figline, in «Paragone», Arte, 138, Marzo 2018, pp. 66-77.
Nel convegno del 30 Novembre 2019 a Montevarchi (AR) presento sempre Michelangelo Vestrucci con l’aggiunta di due sue opere inedite, che ho trovato una nella cappella di una villa a Rendola (Montevarchi) e un suo affresco nella Chiesa di Santa Brigida a Ventena (Montevarchi).
Roberto CIABATTINI Firenze 29 novembre 2019