Una splendida Madonna cinquecentesca con Bambino, santi e fedeli, nella parrocchiale di Coassolo (To).

di Natale MAFFIOLI

UNA MADONNA CINQUECENTESTA NELLA PARROCCHIALE DI COASSOLO[1]

Nella chiesa parrocchiale di Coassolo, un piccolo borgo nella valle di Lanzo, non lontano dal capoluogo, sul secondo altare della navata di sinistra (guardando l’altare maggiore), è esposta alla devozione dei fedeli una splendida tavola dipinta a olio con vividi colori , dove è effigiata una Madonna con Bambino, accompagnata dai santi Giuseppe e Nicola, e da una turba di fedeli, uomini e donne, e come è agevole comprendere, la chiesa è dedicata a San Nicola di Bari, (che a Coassolo chiamano affettuosamente “Nicolau”), che è anche il santo patrono del paese, le figure sante sono tutte aureolate.

Coassolo – Madonna con Bambino, San Giuseppe e Nicola e fedeli
Coassolo- Madonna con Bambin0 (part.)

Maria è una splendida figura femminile, rivestita con una tunica rossa e coperta da un manto, con un cappuccio, blu foderato di seta verde chiaro, con la mano sinistra presenta i devoti e con la destra regge, sulle ginocchia il bambinello Gesù, nudo, il piccolo rivolge lo sguardo affettuoso alla Madre, con la mano sinistra il piccolo si attacca alla cintola materna mentre con la destra traccia il classico segno della benedizione. Maria è seduta su un alto trono dorato, tutto intagliato, con uno sgabello ricco di decori tipici del Rinascimento: girali vegetali, foglie di acanto e zampe leonine.

Coassolo – San Giuseppe
Coassolo – San Nicola

Come si diceva la figura della Madonna è accompagnata, alla sua destra, dalla figura di San Giuseppe; il Santo è rappresentato come una persona anziana che reca nella mano destra una verga fiorita, suo segno iconografico distintivo.

Sul lato opposto è descritta l’immagine di San Nicola, vestito con solenni abiti episcopali: il piviale, la mitra e il pastorale. Sul retro di queste figure è posto un velario verde sostenuto per il bordo dorato, da due angeli vestiti con una tunichetta verde dalle maniche rimboccate e svolazzano con le ali rosse su un cielo di candide nubi bianche.

Coassolo – Angelo reggi cortina
Coassolo – Angelo reggi cortina

I fedeli radunati in ginocchio ai piedi della Vergine sono divisi in due gruppi: sette fedeli maschi a destra della Madonna e sette donne sul lato opposto. I maschi sono tutti bene caratterizzati nei volti e sono senza barba o baffi di sorta, i vestiti sono da persone abbienti; il primo uomo a sinistra, che ha il portamento di essere il capostipite di una numerosa famiglia raccolta alle sue spalle; ha un taglio di capelli curato, a casco, sono grigi e gli coprono la fronte, è vestito con un robone, una casacca senza maniche ma con degli spacchi laterali che permettono alle braccia di fuoriuscire.

Coassolo – fedeli maschi ai piedi del trono
Coassolo – figure femminili ai piedi della Vergine

Taglio di capelli e giubba connotano una figura di alto rango, oltre questo la sua devozione è segnata dal fatto che tiene le mani incrociate sul petto in atteggiamento orante e tra le dita della destra fa scorrere una corona del rosario. Le persone che lo accompagnano non sono così curate nei particolari e sembra che quasi tutti siano giovani e facciano parte di una medesima famiglia. Il raggruppamento sul lato opposto è tutto fatto di donne; in primo piano una donna, ancora in età giovanile, guida la folta schiera femminile, può essere che faccia parte della stessa famiglia con differenti rapporti di parentela con i maschi e con le altre donne del gruppo, anche lei è in situazione orante, difatti, come il capo dei maschi, regge, con devozione, una corona del rosario; tutte le donne hanno il capo coperto, per devozione, da un velo bianco annodato sotto il mento e San Nicola, manifesta la sua particolare protezione tenendo appoggiata la mano sul capo di una di esse. La donna in primo piano è rivestita con un semplice abito blu con gli spacchi, i polsi e la passamaneria profilata da una guarnizione di colore rosso; l’abito è coperto da un grembiule bianco che giunge fino ai piedi.

Chiaramente la pala di Coassolo non è da ritenere come il risultato di una invenzione autonoma, ma l’autore, il luogo e il momento della sua composizione, rimandano ad una cultura figurativa di tutt’altro spessore, e il riferimento è una tavola, opera di Giuseppe Giovenone (Vercelli, 1524 – 1608), la cosiddetta Madonna della Misericordia dei duchi, proveniente da Lanzo, ma ora è conservata in collezione privata londinese.

Il dipinto di Londra può essere visto come il prototipo di riferimento per la tavola di Coassolo. Anche questo raffigura una splendida Madonna con Bambino, con San Giuseppe e Sant’Anna tutti aureolati. Maria ha un viso pieno di dolcezza, lo sguardo abbassato e tutto proteso ad un pensiero dominante; il piccolo e paffuto Gesù, pare che cammini sulle ginocchia della madre, con la sinistra è stretto al suo collo mentre la destra tiene le dita atteggiate ad un tradizionale gesto di benedizione. La Madre è vestita con un ampio manto foderato; Giuseppe, che (a differenza della tavola di Coassolo) ha un viso da uomo maturo, non anziano, tiene stretto con la sinistra un ramo di gelsomino fiorito, suo segno iconografico distintivo mentre con l’indice mostra i maschi inginocchiati davanti a lui, all’opposto, Sant’Anna non ha segni particolari se si eccettua il volto di una donna anziana.

Giuseppe Giovenone, Madonna della Misericordia dei duchi (Misericordia di Lanzo), ,Londra, coll. privata

Ai piedi della Madonna sono inginocchiati a sinistra il duca Carlo III di Savoia, a destra la duchessa Margherita di Portogallo entrambi accompagnati da dignitari e nobildonne di corte. I duchi sono vestiti con abiti preziosi, la duchessa senz’altro monile che una collana fatta di anelli in forma di oggetti rinascimentali. Due angeli posti alle spalle dei santi con candide ali e con lo sguardo fisso sui due principali soggetti, reggono una velario dal risvolto in prezioso broccato, richiamano una presenza che si riscontra a Coassolo. Nella tavola di Coassolo non compaiono tracce di un paesaggio ben presente nella tavola dei duchi. Questo tipo di figure angeliche sono ricorrenti non solo nelle pale di Lanzo e di Coassolo, ma si trovano pure in un oratorio a Lemie (TO), nell’affresco con Madonna e santi e donatori, sull’altare dell’oratorio proprio della Confraternita del nome di Gesù.

Madonna, santi e donatori,  Lemie Cappella della Confraternita del nome di Gesù

Il riferimento è di certo dovuto al fatto che Coassolo era una borgata di Lanzo ed è facile che il pittore nostrano l’abbia vista, e forse i valligiani volevano un’opera che le fosse simile e così sottolineare di chi era la signoria di quel luogo e pure un ossequio per la rilevanza formale del prototipo. Non ci sono documenti che possano attestare la data di esecuzione della pala, ma penso che non sia molto distante da quella di Lanzo,

Della tavola di Coassolo non si conosce la data di realizzazione ma dalla documentazione si sa che l’opera nel 1584 era ancora nella sua collocazione originaria. Nella visita apostolica di quell’anno a Coassolo il visitatore apostolico mons. Angelo Peruzzi vescovo di Sarsina potè’ annotare che sull’altare maggiore della chiesa si vedeva una “Icona satis decente” (è l’ultimo riferimento al dipinto che non è menzionato dal vescovo Roero nella visita pastorale del 1752)

SITUAZIONE PRECEDENTE

Probabilmente il dipinto, precedentemente, assolveva il compito di pala dell’altare maggiore (come aveva rilevato il vescovo Peruzzi); la chiesa era dedicata a San Nicola e la sua immagine compare accanto alla Madonna assieme a quella di San Giuseppe e mantenne questa funzione per diversi secoli fino al 1800 quando la tavola fu rimossa e fu collocata su un altare laterale; forse nella sua condizione originaria era inserita in una tipica cornice come scomparto centrale dell’ipotetico polittico, con predella e alzate laterali e, forse, con una cimasa. Ma tutto il contorno, che forse quanto è stato realizzato, è andato disperso, e si è salvata unicamente l’immagine principale.

Natale MAFFIOLI  Torino 8 Dicembre  2024

Nota

[1] Debbo ringraziare la dottoressa Arabella Cifani per il sostegno che mi ha accordato nella stesura di questo mio lavoro.