di Carla GUIDI
Inaugura il 29 settembre 2021 alle ore 18.00 alla Fondazione Carlo Levi, via Ancona 21 – Roma, una storica Mostra fotografica: Uno scatto che ci somiglia: la raccolta fotografica di Carlo Levi.
La mostra -visitabile fino al 16 dicembre 2021- fa parte del progetto “L’archivio fotografico di un protagonista del Novecento: Carlo Levi”, a cura di Daniela Fonti e Antonella Lavorgna per la Fondazione Carlo Levi, vincitore dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2020” e promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
L’esposizione è stata pensata per individuare i nuclei tematici rilevanti che rimandano al suo percorso artistico e umano, non quindi un percorso cronologico nel senso stretto del termine. I 120 scatti scelti sono stati organizzati in 8 sezioni: la famiglia; il mondo privato: gli amori; immagini del confino; l’atelier; i ritratti d’autore; i reportage dei grandi maestri; i suoi viaggi; la figura pubblica.
Carlo Levi, che ha scritto con le immagini e dipinto con le parole, non ha mai considerato la fotografia come strumento espressivo autonomo, né sembra abbia mai portato una propria macchina fotografica; ma soprattutto l’ha considerata un riferimento importante a documentare la sua vita, i suoi incontri, i momenti significativi del suo percorso umano ed artistico. E’ stato quindi un accurato raccoglitore di scatti che hanno accompagnato tutto il suo percorso artistico ed articolato la sua biografia.
Le fotografie dell’Archivio, costituito da circa 10.000 fotografie delle quali 1500 sono online sul sito della Fondazione, restituiscono un altro “specchio” della sua composita avventura umana prima ancora che intellettuale e artistica; specchio diverso – e in qualche modo più “oggettivo” – di quanto di sé Levi ci aveva già narrato nelle migliaia di tele dipinte.
L’album di famiglia ci illumina sull’atmosfera placida e sui tranquilli riti di una famiglia borghese benestante del primo Novecento, mentre non abbondano gli scatti che riguardano le sue relazioni con le tante figure femminili che hanno costellato la sua turbolenta vita sentimentale; presenze conturbanti sulle quali ci illumina la sua pittura mai avara di sé e la ricca ed eloquente corrispondenza. Restano pochi, ma significativi, scatti presi durante il confino ad Aliano ma nulla che rinvii ai suoi molti rapporti con uomini politici, scrittori, artisti e intellettuali, legati all’ampia rete clandestina di resistenza al nazifascismo, prima a Torino e Parigi poi a Firenze durante l’occupazione tedesca.
Un aspetto privato della sua vita di cui restano invece molte interessanti riprese fotografiche, anche d’autori noti, è quello dell’atelier nel quale l’artista svolge la sua attività di pittore e anche di scrittore come Arnold Newman, l’agenzia Magyar Távirati Iroda, Ralph Crane, Pais e Sartarelli, Elio Sorci. La ricchezza delle immagini relative all’atelier di Levi s’integra con la ricca galleria di suoi ritratti fotografici, molto spesso di grandi firme internazionali (Marilyn Gerson, Carl Van Vechten, Erich Hartmann e Anatole Saderman).
Soprattutto nei primi anni Cinquanta Levi era in contatto con i più grandi maestri della fotografica internazionale che venivano a Roma anche attratti dall’atmosfera speciale che regnava in quel tempo con le poche gallerie, i bar e le osterie di riferimento (Henry Cartier-Bresson e David Seymour).
Dopo la coinvolgente esperienza del confino in Lucania, durato pochi mesi ma fondamentale riguardo alla sua poetica ed al suo mondo creativo, Levi non ha più abbandonato il sud d’Italia. Nel Sud e nelle grandi isole italiane è tornato poi molte volte, compiendo viaggi dai quali rientrava non carico di disegni e schizzi, anche di appunti fotografici ripresi da altri, alla ricerca di volti, espressioni, situazioni ambientali particolari che avrebbe poi ripreso nei suoi quadri. L’esempio più rilevante è costituito dall’eccezionale materiale fotografico realizzato da Mario Carbone durante un viaggio nel ‘60 finalizzato all’esecuzione del grande telero Lucania’ 61, richiestogli da Mario Soldati per la mostra torinese celebrativa del Centenario dell’Unità d’Italia.
Questa prima esplorazione dell’archivio fotografico di Levi e la proposta nell’archivio online di alcuni nuclei tematici particolarmente rappresentati, ha reso evidente un aspetto sin qui scarsamente noto della figura del nostro grande intellettuale: il suo essere diventato, a partire dal secondo dopoguerra, un personaggio la cui notorietà pubblica superava i limiti dei circoli artistici o letterari all’interno dei quali egli si muoveva nell’ambito delle sue attività professionali.
Egli infatti divenuto un “testimone” d’eccezione di momenti della vita pubblica italiana legati alla nascente industria culturale o di quelli politici nei quali si registravano significativi mutamenti in termini di conquiste sociali e di presa di coscienza collettiva. La sua presenza fisica, intrecciata all’attività giornalistica e pittorica, contribuiva a dare spessore mediatico e risonanza agli eventi di cui era molto spesso protagonista.
Carla GUIDI Roma 26 settembre 2021
INFO – Mostra fotografica “Uno scatto che ci somiglia: la raccolta fotografica di Carlo Levi”. Inaugurazione 29 settembre 2021 ore 18.00 alla Fondazione Carlo Levi, via Ancona 21 – Roma. Fino al 16 dicembre 2021. Orario: lun/mart/giov.16.00/19.00-merc/ven 10.00/13.00.
Ingresso limitato su prenotazioni all’indirizzo mail carlolevifondazione@gmail.com.
È obbligatorio il green pass.
Giornata di studi – “In primo piano luoghi e gente d’Italia” – 22 ottobre 2021, Temple University Rome. Lungotevere Arnaldo da Brescia 15 Roma
Fondazione Carlo Levi – carlolevifondazione@gmail.com – www.carlolevifondazione.it