di Carla GUIDI
Purtroppo il 25 luglio di questa estate rovente e devastante ci ha portato via Giorgio Di Genova, un grande maestro della storia dell’Arte e personalmente un amico, un grande punto di riferimento.
Lascia un vuoto nella nostra città, nella cultura italiana e un grande dolore in tutti quelli che lo hanno conosciuto e riconosciuto come persona di formazione multidisciplinare e soprattutto di grande onestà.
Con questo pensiero ci stringiamo alla famiglia con grande affetto, io e molti artisti che ho conosciuto in occasione della mostra online organizzata insieme a Giorgio nel 2020, nei tempi difficili del lockdown, divenuta poi una pubblicazione – “Quintetti d’arte e vetrina dell’invisibilità” (Robin edizioni 2021) http://www.robinedizioni.it/nuovo/quintetti-d-arte
Qui di seguito il saluto di alcuni di questi artisti che mi hanno scritto, anche se purtroppo il periodo estivo non mi ha garantito il contatto con tutti; eventualmente saranno pubblicati in seguito sul mio sito www.carlaguidi-oikoslogos.it
Volevo intanto segnalare l’ultima pubblicazione di Giorgio in tre volumi, “Interventi ed erratiche esplorazioni sull’arte. La dialettica del mestiere di un critico” (Gangemi editore 2021) presentati in forma conclusiva il giorno 3 novembre alle ore 17 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (viale delle Belle Arti, 131 Roma) dalla Direttrice dell’Archivio della GNAM, dott.ssa Claudia Palma, dal dottor Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti di Lucca e dalla dott.ssa Michela Becchis storica dell’arte.
L’intero lavoro analizza una sostanziosa panoramica culturale delle arti, avendo l’autore lavorato nel campo fin dal 1961 ed essendosi attivato con intensa vivacità come critico, saggista e conferenziere sia in Italia che all’estero; ricordiamo altresì che fino al 1999, ha svolto la professione di insegnante in Storia dell’arte contemporanea nelle Accademie di Belle Arti di Catania, Napoli e Roma. I tre volumi hanno lo stesso titolo, a dimostrazione dell’unità del progetto, ed anche la stessa immagine di copertina che l’autore ha scelto tra le opere di sua proprietà, opera di Jiři Kolář, modificata solo con calibrate variazioni di colore di fondo, diverso per ogni volume.
Se il primo atto si apre con un accattivante “Vissi d’arte” … (dalla famosa aria dell’opera Tosca di Puccini), definito dall’autore una sintesi della sua esistenza; viene poi completato dalla seconda strofa nell’epigrafe del terzo: “… Vissi d’amore” (sempre dal libretto di G.Giacosa e L. Illica) e non è casuale che il nostro aggiunga alla sua premessa, un sentito ringraziamento alla moglie, Patrizia Veroli che ha fatto l’editing dei suoi testi.
A questo link su questa stessa testata, troverete moltissimi dettagli del libro e dell’autore, saggio che dovrebbe essere diffuso il più possibile, dato il suo alto valore storico/culturale, presso Biblioteche, scuole ed istituzioni artistiche.
Qui di seguito ed in ordine di arrivo, direttamente le dichiarazioni degli artisti che sono riuscita a contattare. Devo aggiungere la testimonianza affettuosa dell’artista Placido Scandurra, presente della monumentale Storia dell’arte italiana del ‘900 per generazioni, che mi incarica di fare sentite condoglianze alla famiglia – dell’artista tautatore Marco Manzo e del fotografo Valter Sambucini che lo ha seguito insieme a me, circa dal 2016, in varie manifestazioni ed ha illustrato il seguente articolo con le sue foto.
Per quanto riguarda il tatuaggio come forma artistica, devo segnalare che su questo argomento l’ho personalmente coinvolto in alcuni progetti e devo dire, a differenza di molte altre personalità del settore delle arti, ha accettato, scrivendone con entusiasmo.
Devo inoltre testimoniare anch’io alcune cose sul mio rapporto con Giorgio, poiché mi ero allontanata dal mondo dell’arte verso la fine degli anni ’70, sia per la crudeltà dei fatti storici che attraversavamo, sia per la considerazione con la quale si tenevano le donne artiste, come me uscita allora dall’Accademia di Belle Arti di Roma con grandi idee ed il massimo dei voti. Negli anni 2000 ho invece ricominciato a scrivere e pubblicato libri, ad occuparmi di arte ed organizzare eventi … la conoscenza di Giorgio è stata fondamentale, una ventata d’aria fresca. Ho notato infine con gioia che molte di queste testimonianze sono su questa lunghezza d’onda e voglio aggiungere, alle parole di Eugenia Serafini che seguono, una mia personale considerazione.
Giorgio teneva molto al suo nome, non a caso si tratta di un santo guerriero attivo contro un drago divoratore di fanciulle e sputafuoco – almeno così si narra. Quei famosi pantaloni rosa da lui indossati alle manifestazioni artistiche degli anni ’70, dei quali parla Eugenia Serafini, conoscendo Giorgio, potrebbe averli indossati con la precisa funzione di spezzare una lancia in favore delle donne, artiste in particolare, sulle quali ha sempre scritto parole di apprezzamento importanti ed originali. Probabilmente sapeva bene che il colore rosa, nella maggior parte delle culture, era associato all’uomo, poiché questo colore, appartenente alla scala cromatica del rosso (simbolo di forza, vitalità del sangue e della passione) si trova però mitigato dal bianco, colore della spiritualità, della giustizia.
Quando poi negli anni ’30 gli uomini avevano cominciato a indossare colori scuri per esprimere serietà ma soprattutto ubbidienza ed omologazione, i colori chiari subirono una vergognosa svalutazione, infine furono relegati alla sfera familiare e femminile; il marketing e la moda fecero il resto.
Grazie Giorgio per tua intelligenza e la tua moderazione!
TESTIMONIANZE DEGLI ARTISTI
Caro Giorgio, ho seguito il tuo ultimo percorso con frequenti telefonate e tutto faceva sembrare che il pericolo fosse passato, quindi la tua scomparsa mi è arrivata inaspettata e dolorosa. Ricordo bene le nostre ultime conversazioni, anche se non avevi molta voglia di incontrare gli amici e volevi startene tranquillo a casa, aspettando il momento di partire per una vacanza, soprattutto ti preoccupavi per Patrizia, duramente stressata dai rapporti medicali.
Ho molto apprezzato la citazione che hai fatto nel tuo ultimo saggio del libro di Carla Guidi “Città reali, città immaginarie” al quale tra l’altro, hai partecipato con un lungo articolo sulle mie foto, che hai paragonato a racconti letterari fino a citare “Lo cunto de li cunti”. Ti ringrazio per il vivo interesse che mi hai sempre dedicato, anche con attestati ed incoraggiamenti, considerando la mia ricerca fotografica una forma di rappresentazione fortemente impregnata “di interesse per la spettacolarità sia degli effetti visivi che dei comportamenti umani e delle produzioni creative, nonché dei loro sottintesi rapporti.” Ci rivedremo prima o poi, magari in un mondo migliore di questo, intanto il tuo esempio e la tua amicizia sarà sempre con me. Valter Sambucini
Cara Carla, devo ringraziarti per avermi presentato Giorgio Di Genova! Ricordo che hai organizzato un nostro incontro direttamente a casa sua, subito dopo la mostra che avevo curato “Tattoo forever” allestita al MACRO Museo d’Arte Contemporanea, presso gli spazi de La Pelanda 2 e della Factory (giugno/luglio 2016). Questa mostra andava a significare la storia stessa del tatuaggio ed anche la sua diffusione in Italia (cosa alla quale tengo molto) dalla prima in assoluto allestita da Renato Nicolini nell’aprile del 1985 ai Mercati Traianei. Ebbene da quel pomeriggio del nostro primo incontro, Giorgio Di Genova non solo ha contribuito all’apprezzamento del mio lavoro nel mondo dell’arte, ma siamo diventati assidui frequentatori della sua casa, anche con mia moglie e la modella Melinda Murvai che possiamo vedere per esempio nella foto n 10, accanto a Giorgio al Premio Arco di Traiano StregArti (Benevento 2017).
Giorgio per me è stato soprattutto un amico ed un punto di riferimento culturale, mi ha onorato della sua stima, di questo gli sono molto grato, invitandomi anche più volte a partecipare a suoi eventi artistici, così come io stesso l’ho ospitato a presentare i suoi libri nei miei, come si vede in alcune foto di Valter Sambucini qui presenti (per esempio nell’ambito della Rassegna TATU-ART (I)” Museo MACRO, Roma 2018 – o nella Tavola rotonda presso la Sala degli atti parlamentari Biblioteca “Giovanni Spadolini nel 2019.)
Ci tengo però a dire che ha scritto un lungo articolo su di me e sul tatuaggio, partecipando alla stesura del libro di Carla Guidi “Città reali, città immaginarie” (Robin 2019) un testo fondamentale, con l’introduzione da Franco Ferrarotti, che formula ipotesi sulla diffusione attuale di questa ed altre forme d’arte Marco Manzo
Giorgio antica, vera amicizia! Lo conobbi nel 1980. In quegli anni ero dedita allo studio di Botticelli rivisitato da me e manipolato con ironia e garbo. Ricordo che ogni mese ci vedevamo a via Arenula con l’opera che gli portavo in visione, fu così che iniziò la lunga e fertile amicizia che Giorgio mi ha sempre generosamente offerto. Giorgio è stato uno storico d’arte attento, sensibile, profondo, davvero generoso e appassionato ed è vissuto per l’Arte con la stessa onestà e passione di un Cavaliere d’altri tempi! A Giorgio va il mio sempiterno ringraziamento e affetto. Antonella Cappuccio
Caro Giorgio, dal nostro primo incontro è nata un’amicizia e una stima professionale reciproca che è durata decenni, ora la morte l’ha interrotta per sempre. Tu sei stato un uomo di grande cultura, critico e storico lungimirante. Hai storicizzato e hai dato “voce nell’arte”a tanti artisti. Hai amato la bellezza e l’hai scoperta in tanti di noi che altri critici e storici, presi dal “sistema dell’arte” non sono riusciti a vedere ed apprezzare. Hai scritto tanto su di me.
Mi hai inserito nella Storia dell’Arte italiana del ‘900 per generazioni -Generazione Anni Quaranta, inoltre mi hai inserito in vari musei, (per citarne qualcuno Museo “Bargellini”, Pieve di Cento (BO). Non ti sei scordato di me anche nella tua ultima fatica”Interventi -ed- erratiche esplorazioni”. Non so come ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me. Il tuo ricordo resterà indelebile nella mia memoria, ma anche in quella di tanti altri che hai curato criticamente. Grazie Giorgio!! Franco Paletta
La dolorosa notizia mi ha colto di sorpresa. Si sono ravvivati in me quei sentimenti di stima ed amicizia che da anni ci univano. La sua figura di alto profilo culturale ci farà da guida e luce nel nostro prosieguo artistico. Paolo Scirpa
Il caro Giorgio ci ha lasciato. Da quel triste 25 luglio un vuoto incolmabile segna il panorama dell’arte e della cultura italiana, per l’inestimabile professionalità e competenza di un grande uomo il cui rinomato lavoro sarebbe ridondante ricordare. Quel che rimane, per un artista come me che ha avuto la straordinaria fortuna di poterlo incontrare, conoscere e lavorarci insieme, è il ricordo della splendida persona che era: anima gioviale, sempre disponibile, sensibile, attento e scrupoloso nel proprio lavoro che approfondiva con grande professionalità e immensa umanità.
Un mentore per noi artisti, che tanto abbiamo imparato da lui, uomo di straordinaria cultura che ha saputo rinnovare in tutti noi l’entusiasmo, la passione e l’amore per l’arte nella sua forma più vera. A presto – Nino Perrone
Giorgio Di Genova non si comportava come i suoi colleghi storici e critici dell’arte i quali prima di invitare un artista aspettano che qualcun altro lo abbia fatto divenire noto, Giorgio gli artisti se li sceglieva lui con molta apertura e generosità dato che sapeva come i giudizi sull’arte ( e sulla vita) siano sempre relativi e mutevoli nel tempo, grazie Giorgio per quanto mi hai insegnato stai bene ovunque ti trovi. Giampaolo Di Cocco
Intellettuale nobile, modesto, raffinato … Grande conoscitore dell’arte Moderna Contemporanea. Creatore di movimenti artistici…Votato alla ricerca e valorizzazione di veri talenti… Per me è stato un maestro di vita e un fratello!..Giorgio ha molto creduto in me e conosceva perfettamente il mio operato artistico dagli inizi degli anni 1960…lo terrò sempre nel mio cuore… Renzo Eusebi
E’ con grande tristezza che apprendo da te la notizia della morte del caro Giorgio. “Sono tanti i ricordi, a volte disaccordi, che Giorgio ed io abbiamo condiviso sin dai lontani anni ’60, lungo il nostro perseverante impegno, a volte parallelo, altre volte convergente, in quel mondo dell’arte, dove lui la inseguiva e interpretava con un instancabile impegno critico dello studioso, ed io, come artista sempre immerso nella ricerca di una coerenza del fare, pur con linguaggi diversi. Tanti sono stati i nostri incontri. Giorgio ha sempre seguito con attenzione e con interesse il mio fare. Spesso mi inseriva in molti progetti e pubblicazioni, in quel lavoro continuo della sua instancabile ricerca di teorico e di studioso dell’arte contemporanea. Ci mancherà. Mi mancherà. Comunque, ci lascia un opus non indifferente, del quale è nostro dovere tenere conto per il dopo.” Mario Benedetti e Zlata M. B.
Con Giorgio Di Genova è scomparso un grande uomo di cultura che ha attraversato buona parte del secolo scorso scavalcando il nuovo. Curioso e attento ha saputo interpretare come critico acuto le profonde trasformazioni artistiche (e insieme storiche) che si sono susseguite, avviando una enorme opera riassuntiva con “La Storia dell’Arte Italiana del ‘900”. Grazie, un saluto riconoscente. Mauro Molinari.
Scompare con Giorgio Di Genova uno degli ultimi protagonisti della critica d’arte che ha segnato il percorso storico del secondo Novecento e di questi ultimi anni. A lui si deve una documentata, autorevole ed esclusiva ricognizione dell’arte italiana del primo Novecento e delle generazioni fino agli anni Quaranta. Non posso dimenticare, in questa luttuosa occasione, i momenti e le numerose circostanze dei nostri incontri di reciproca stima e affetto. Conoscevo Giorgio dal 1974. Successivamente (1978), quando le occasioni del mondo dell’arte si muovevano su altri percorsi, fu il primo critico a inserirmi fra i Segnalati Bolaffi. Successivamente ci sono state molte altre opportunità fino alla sua pregiata monografia del 2015 sui miei polittici. Gli anni e il tempo sono terribili e ineluttabili ma la memoria, forse, è indelebile. Marco Fidolini
Cara amica mia, ho saputo poco fa. Avevo scritto a Giorgio che sarei andato a Roma entro la prima quindicina di luglio, lui mi rispose con gentilezza come sempre, che fino al 25 era a Roma; purtroppo per motivi miei lo informai sempre via mail che non me la sentivo di mettermi in viaggio in questo periodo e che ci saremmo visti a settembre; rispose secco; bene aspetto le date di settembre. Aveva ragione. il lavoro di Giorgio, di grande stimolo per me l’ho diffuso sempre e continuerò a farlo. Mi parlava di un quarto volume per Interventi ed erratiche esplorazioni…che sperava di terminare presto. E invece. Angelo Liberati
Dear Carla. My condolences to you and those who knew and loved Giorgio. I feel privileged to have been included in the Quintetto D’Arte project and publication.All the best – Mokha Laget
Gentilissima, come ho già scritto su facebook sono veramente addolorato per la scomparsa di Giorgio di Genova,di cui ricorderò sempre la grande capacità critica e la stima che lui nutriva nei miei confronti proponendo spesso il mio lavoro nelle sue iniziative. Edoardo Stramacchia
Gentile Carla, l’ho conosciuto nel 1989 e ha presentato e curato diverse mie manifestazioni artistiche ed è stato il curatore della mia monografia “Antonio Fiore un futurista d’oggi” per le Edizioni Bora di Bologna. Nel 2011 egli mi segnalò a Vittorio Sgarbi, che mi invitò alla “54a Esposizione d’Arte Internazionale Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Regione Lazio”. La mia amicizia e frequentazione è durata per 34 anni e mi ha scritto 6 testi, l’ultimo sulla mia monografia per la mostra che farò a Roma, il 9 settembre prossimo, presso la Galleria Vittoria,103, di via Margutta. Per la sua preparazione e cultura, per la sua profonda conoscenza del campo artistico nazionale e internazionale e per la sua onestà intellettuale, a mio avviso, era uno dei migliori critici e storici dell’Arte. Questo è il mio pensiero su Giorgio Di Genova. Antonio Fiore
Grazie Giorgio per il calore della tua amicizia, per il supporto al mio lavoro di cui ti sono grata, per la tua intelligenza e per l’umanità della tua ironia. Rimarrai sempre nei miei ricordi e nel mio pensiero e ti sentirò vicino. Un abbraccio con affetto, in un’altra dimensione. Maria Camilla Pallavicini
Purtroppo abbiamo saputo la triste notizia. Giorgio per noi è stato un faro inesauribile. Ci manderà una luce che aumenterà nel tempo. Per quanto ci riguarda siamo convinti che primo o poi (più prima che poi) noi ci si possa incontrare qui a Malta ed è da qui che ti inviamo un caloroso abbraccio. Grazie di tutto.
Rosette Bonello e Walter Coccetta
Che brutta notizia. Grazie per avermi avvisato. Mi dispiace tantissimo. Informo gli amici di Lecce che come me lo conoscevano e gli hanno voluto bene. Saluti cari. Salvatore Sava
Mi dispiace moltissimo,ha fatto svoltare la mia carriera artistica,portandomi in due anni alla ribalta nazionale, invitandomi alla Biennale di Venezia nel 1984. Nel 1991 mi regalò un saggio importante allorquando portai la mia ricerca sulle impronte digitali. Ci siamo sempre stimati e considerati. Che riposi in pace! Sergio Floriani
“QUEI JEANS ROSA/IN VIAGGIO CON GIORGIO DI GENOVA” – Era il 2012: io e Giorgio Di Genova tornavamo dal Premio Limen Arte di cui Giorgio era Direttore artistico a Vibo Valentia, un evento ben curato e selezionatissimo al quale mi aveva invitato ad esporre l’ambientazione dei miei “Cavalieri del Vento” ed ero stata ben felice di partecipare. A cena mi chiese un passaggio per tornare la mattina seguente a Roma, con la mia piccola automobile a GPL e così affrontammo il lungo viaggio, contenti di essere in compagnia l’uno dell’altra. L’autostrada scorreva con i suoi ingorghi di lavori in corso irrisolti da decenni, ma tanto si sapeva: da Reggio a Salerno sarebbe stato un martirio condiviso e tuttavia, o forse proprio per questo, iniziammo a chiacchierare: lui parlava delle sue esperienze nel campo artistico con la sicurezza dell’uomo che le ha affrontate per decenni, io con una sorta di timidezza, considerando gli anni che ci dividevano e anche l’essere io artista e lui critico d’arte. Mi rassicurava però, il suo avermi invitato a quella bella esposizione e ancor più alla 54a Biennale d’Arte di Venezia del 2011, Padiglione Italia; lasciavo però, che fosse lui a parlare e poco alla volta si ruppe quel certo ghiaccio che mi frenava
– “Giorgio, ma tu andavi in giro per mostre con un paio di jeans rosa, quando nessuno a Roma se lo sognava!” Girò la testa a guardarmi, io incrociai i suoi occhi di sfuggita, mentre guidavo e pensai: “Ora mi ci manda …” – Invece esclamò con tono quasi trionfante: “E tu come lo sai?!”- “Ti vedevo nelle gallerie di Roma, alle inaugurazioni!” – “È vero. Ce li avevo solo io!”-
Da quel momento fino all’arrivo a Roma, fu tutto un parlare di ricordi, un confidarsi a tu per tu, un riconoscersi nelle aspirazioni artistiche, negli ideali, nelle esperienze passate e quando arrivammo sotto casa sua: -“Cena con me e Patrizia”, mi disse e io “No, no, Nicolò mi aspetta in ansia per il viaggio così lungo.” A cena ci andammo in seguito, per il suo compleanno e fu una serata memorabile. Ciao Giorgio, sempre giovane! Eugenia Serafini
Caro Giorgio, una parte importante della mia vita se ne va con te. Sempre ricorderò le nostre mostre , l’impegno durato anni di lavoro e sacrificio che hai dedicato a noi artisti e che rimarrà nel tempo e del quale tutti noi dobbiamo esserti grati. Nessuno muore finché lo si ricorda e tu sarai sempre nel mio cuore. L’amicizia continua con la mia carissima Patrizia che stringo forte a me, e con Arianna, ma ciò che mi addolora tantissimo è non vederti più e anche non aver potuto renderti l’ultimo omaggio. Tua Renata Rampazzi
Gentilissima Carla, purtroppo come sai io vivo in Australia e partecipare a tutte le iniziative che intendono ricordare Giorgio Di Genova mi sarà particolarmente difficile. Posso però dirti che ho seguito fino alla vigilia della sua dipartita la sua situazione perché in quotidiano rapporto con lui e con la moglie Patrizia. Stava infatti scrivendo un testo per la mia prossima mostra e che purtroppo non è riuscito a completare!
Sapevo da tempo delle sue condizioni di salute perché fin dal primo giorno che ci siamo conosciuti il nostro contatto è stato sempre costante. Era esattamente il 23 novembre del 2001 quando per la prima volta ho incontrato Giorgio a Pieve di Cento, dove mi ero recato con un gruppo di colleghi del Movimento Madi e la gallerista Anna Canali di Arte Struktura di Milano. Ci eravamo incontrati per richiedergli uno scritto per il catalogo della imminente esposizione “Arte Madi Italia”, che fu poi inaugurata, con la sua coordinazione, nelle sale del MAGI nella primavera successiva.
Da quel giorno il nostro rapporto si è trasformato in una vera amicizia alimentata da un continuo scambio di corrispondenza! A Giorgio resterò eternamente grato, insieme a tutti gli artisti del Madi, per l’interesse che ha sempre mostrato per la nostra ricerca; si è più volte prestato per presentare le nostre esposizioni contribuendo notevolmente alla storicizzazione del nostro Movimento! In modo particolare conserverò sempre vivo il ricordo delle sue parole di conforto e d’incoraggiamento contenute in una serie di mail quotidiane inviatemi in occasione di mio problema di salute, parole chi io ho cercato di ricambiare in questi suoi ultimi momenti di grande sofferenza, ma con il forte timore di non esserci del tutto riuscito. Piergiorgio Zangara
Accolgo la triste notizia con profondo dolore. Ho purtroppo conosciuto Giorgio Di Genova solo in tempi piuttosto recenti: quanto basta, tuttavia, per avere nei suoi riguardi un profondo affetto e grandissima stima; certamente una persona impossibile da dimenticare, che lascia in me un grandissimo vuoto perché fondamentale nel mio percorso artistico. Ringrazio per avermi dato la possibilità di esprimere con tutto il cuore un mio pensiero su una grande persona. RenatoTagliabue
La prima volta che ci incontrammo fu a Carrara, all’Accademia di Belle Arti, lui docente ancora giovane con una capigliatura traboccante, io coinvolto fortemente – era forse il 1979 o il 1980 – nel mio fervore operativo col “cinema d’artista”, area di ricerca che Giorgio apprezzava molto. L’occasione fu una proiezione pubblica di miei film degli anni ‘70 in occasione di un simposio o di un biennale di scultura, Giorgio si divertì ed entusiasmò molto e da allora ci capimmo subito e fummo amici. Molteplici sono poi le occasioni in cui Giorgio Di Genova volle coinvolgermi.
Gli anni in cui, grazie alla sua spinta determinante, nacque il Museo delle Generazioni del Novecento di Pieve di Cento in cui mi chiese di contribuire con alcune opere e poi via via, negli anni, si svilupparono tante altre collaborazioni. Significativa quella per i suoi volumi sulla “Storia dell’Arte per Generazioni” forse il suo lavoro enciclopedico più importante e imponente. In un Italia troppo spesso ostaggio di mode ed effetti effimeri e temporanei Giorgio riusciva ad imprimere una marcia diversa, che andava in profondo, capillarmente, ad indagare le presenze attive in un panorama vasto e variegato che pochi come lui riuscivano a padroneggiare con competenza e capacità di lettura. Geniale la sua intuizione di capire il processo di sviluppo del “fare arte” visto come andamento “progressivo” appunto, generazione dopo generazione, evidenziandone lo sviluppo ciclico e inarrestabile. Più di recente volle scegliermi tra la ristretta cerchia dei pochi artisti fortemente legati al disegno ai quali volle affidare letture “visionarie” della scrittura dantesca nelle periodiche esposizioni che egli curava per la Fondazione Casa di Dante d’Abruzzo presieduta dal celebre e autorevole dantista Corrado Gizzi. E in ben due edizioni, a Pescara, ebbi l’onore e il piacere di partecipare con la presenza di Giorgio. Ma non dimentico le partecipazioni a mostre collettive o premi che egli, in modo instancabile, riusciva a promuovere qua e là per l’Italia, progetti sempre accompagnati da pubblicazioni in cui i suoi scritti chiari e incisivi mettevano in chiaro le cose.
Devo a lui nel 2011 la segnalazione per il Padiglione della Toscana della Biennale di Venezia in quella edizione diffusa in tutte le Regioni d’Italia. Poi i ricordi più recenti vanno a Bomarzo dove, anche in quel luogo magico e stimolante, riusciva a promuovere esposizioni su temi fascinosi ai quali non ci si poteva sottrarre. Rimpiango molto le visite a casa sua a Roma in cui si faceva trovare sempre elegantemente vestito magari con un panciotto d’artista coloratissimo. Recentemente ci ha lasciato Lara-Vinca Masini una storica dell’arte contemporanea anch’essa molto vicina agli artisti e titolare di un archivio vastissimo oggi confluito al Museo Pecci di Prato.
Ora perdiamo Giorgio Di Genova la sua vastissima competenza, la sua spinta organizzativa, il suo pensiero lucido e senza tentennamenti. Siamo certamente più poveri e più soli. Spero vivamente che il suo enorme patrimonio di conoscenze e anche le sue preziose collezioni non vadano disperse ma rappresentino un punto di riferimento anche per le nuove generazioni. Andrea Granchi – Presidente della Classe di Pittura Accademia delle Arti del Disegno
Il bravo e onesto critico Giorgio Di Genova ci ha lasciato. Molti artisti insieme a me sentiranno dolorosamente la sua improvvisa mancanza. Sentite condoglianze a Patrizia e ad Arianna con sincero affetto. Alba Gonzales
Viaggiavamo insieme da Roma a Napoli i primi anni che insegnavamo in Accademia un simpatico compagno di viaggio non lo dimenticherò con le sue battute divertenti e il suo insegnamento da grande storico. Purtroppo, non sono a Roma , ma sarò con voi con il pensiero . A presto. Anna Romanello
Ho avuto parecchie occasioni di frequentare Giorgio Di Genova, un caro amico che si è più volte occupato del mio lavoro, fin dalla monumentale Storia dell’Arte per Generazioni, l’ho conosciuto tramite mio marito Giorgio Nenci essendosi occupato del padre di lui, lo scultore Enzo Nenci (1903-1972) sul quale ha scritto una accurata monografia nel prezioso volume “Quaderno delle opere”. Sono stata da Giorgio Di Genova invitata ad esporre in parecchie mostre da lui organizzate a Pescara, Premio Sulmona, Limen Arte, Genzano, Bomarzo ed altre.
E’ venuto a Mantova per presentare una mia personale alla galleria Zanini ed è stato mio ospite nella mia casa-studio dove ha voluto che allestissi una piccola personale con opere non presenti in galleria. Molto rigoroso, di pochi complimenti ma un attento e fine osservatore, la sua visione dell’arte non si limitava ad una osservazione razionale se pure estremamente lucida dell’opera, ma andava oltre, nel vissuto dell’artista in una indagine psicologica da cui traeva i suoi maggiori spunti di riflessione, ha smontato parecchi miti costruiti artificiosamente e consolidati dal mercato, era un distruttore di false certezze e creatore di verità. Ultimamente ci siamo scritti e mi ha detto di problemi di salute che sperava di risolvere in breve tempo, perciò la notizia della sua morte non mi ha colto del tutto di sorpresa anche se ne sono rimasta annichilita. Giorgio è e rimarrà sempre un caro amico che ricorderò con affetto e grande stima, critici e storici dell’arte come lui difficilmente ne nasceranno ancora. Teresa Noto
Giorgio Di Genova, tra i più importanti storici e critici di arte moderna e contemporanea italiana e internazionale, ha dato tantissimo alla vita artistica italiana. Con grande professionalità e serietà e sempre alla luce dei veri valori, credendo fortemente nel suo prezioso lavoro, ha costruito instancabilmente, con grande costanza e coerenza la storia dell’arte, triennali, rassegne, premi, ha fondato musei, curando il lavoro di tantissimi artisti, le sue opere e il suo operato diventando preziosa eredità per tutti noi, per generazioni, per sempre.
Mi sono sempre sentita onorata di conoscere il critico d’arte Giorgio Di Genova, e per questo ringrazio la brava scultrice e cara amica Alba Gonzales, che mi portò da lui nell’ottobre del 1987, appena arrivata in Italia. Mi ricordo il suo studio con una particolare architettura, a Porta San Lorenzo, pieno di libri. Portavo con me una cartella piena di litografie, incisioni e disegni, le “metamorfosi”, con le quali avevo vinto la Borsa dell’Unione degli Artisti Plastici, un premio nazionale in Romania. Ho sempre considerato l’incontro con Giorgio Di Genova un momento fortunato nella mia vita; è stato estremamente incoraggiante il fatto che aveva capito subito che quei lavori, che per me rappresentavano “il salto di qualità nel mio pensare artistico”, portavano verso la via della ricerca e della sperimentazione. L’impressione è stata forte, di un critico d’arte colto, capace in poco tempo di leggere in profondità il lavoro dell’artista, diretto, affabile, dinamico, al corrente con l’arte contemporanea internazionale. Ha scritto il testo critico per il mio primo catalogo, che rimarrà per sempre validissimo. Ho sempre avuto una grande fiducia nelle sue opinioni e i suoi consigli erano pieni di saggezza, da seguire. Quell’incontro è stato l’inizio di un percorso lungo 36 anni, di partecipazioni a bellissime rassegne da lui organizzate e curate con grande capacità, intelligenza, attenzione fino ai minimi particolari, apertura verso il mondo. Ogni suo invito ad una mostra per me era una gioia, mai a caso, il tutto aveva un senso. Tengo moltissimo a raccontare questi eventi perche, come me, siamo in tanti gli artisti che abbiamo avuto una costante collaborazione artistica con Giorgio Di Genova. Dal punta di vista umano, ho sempre considerato la sua personalità di grande dignità e correttezza, di grande educazione, il suo comportamento è stato di grande rispetto e considerazione verso l’artista, verso la personalità di ognuno. L’arte era vita e il territorio dell’arte, sconfinato e libero.
Ho apprezzato tantissimo il fatto che non ha mai discriminato, come a quei tempi poteva accadere, il lavoro delle artiste donne, anzi, è stato un sostenitore delle loro capacità creative. Il suo approccio umano prendeva in considerazione l’importanza della vita per la produzione dell’artista, era curioso e le faceva piacere conoscere i nostri famigliari, tutti lo sentivamo molto vicino. Faceva parte di quelle rare persone che desideriamo fossero per sempre, e io posso solo che ringraziarlo. Con certezza, Giorgio Di Genova vivrà per sempre, sia nella nostra memoria, che per tutto ciò che ha costruito e ci ha lasciato. Luminița Țăranu
Mi ha addolorato la notizia della scomparsa del grande critico d’arte, il professor Giorgio Di Genova. Ho avuto la fortuna di conoscerlo al primo Simposio Internazionale di Carrara nel 1979. In seguito, mi invitò continuamente a numerose mostre collettive, tra cui Sulmona Venturina, Rieti, Pietrasanta, Sommacampagna, Magi 900 e il Concorso Internazionale di Limen Arte, ecc., e nel 1990, per commemorare i Mondiali di calcio in Italia, Edoardo Brandani delle Edizioni Bora a Bologna mi ha dato l’opportunità di pubblicare il mio primo libro di sculture, con la sua collaborazione e testo scritto. Mi ha invitato a numerosi simposi di scultura in tutto il territorio nazionale. Tramite lui sono stato anche invitato a partecipare alla 54ª Biennale di Venezia nel 2011, ma quel primo progetto espositivo è fallito a causa delle dimissioni di Vittorio Sgarbi, il presidente della commissione. Tuttavia, il professor Giorgio Di Genova è sempre stato presente per sostenerci e incoraggiarci. Lo ringrazio molto. Alla sua famiglia le mie più sentite condoglianze. Yoshin Ogata
“Grazie Giorgio” non è soltanto un semplice e retorico grazie, è invece il significato del sentimento che trovo in me ricordando il suo modo di essere, altamente professionale, altamente colto ma anche amichevole, gioioso, rigoroso, severo, ironico, pronto alla battuta tipica romana che sapeva farti ridere o piangere. Mi ha mostrato dal primo momento che ci siamo incontrati, l’anima di un uomo capace di vivere la propria esistenza guardando la vita dall’alto della sua grande esperienza, senza mai ostentare la profonda differenza tra la quota del suo quotidiano e quello di tanti altri.
Ho sempre avuto una grande ammirazione del grande e tenero rapporto con sua moglie Patrizia che nominava frequentemente, sempre presente e complice nella sua vita. Mi ha dato la fiducia e autostima che certe volte perdevo, ma che a volte ancora perdo di fronte al mio operato d’artista, non soltanto con le parole ma osservando anche la sue reazioni di fronte alle controversie professionali e ultimamente strettamente personali. Caro Giorgio, sei stato e sarai sempre presente nella mia vita e voglio ancora dirti … Grazie!!! Paolo Viterbini
Con grande dolore ricevo l’annuncio della scomparsa del Prof. Giorgio Di Genova, storico e critico d’arte, grande amico … riposa in pace! Mi dispiace moltissimo non ho parole, ma come artista mi considero fortunato ad averlo conosciuto ed aver partecipato a molte mostre e rassegne da lui curate. Genova è un grande critico d’arte italiano e internazionale, di grande professionalità, avere un suo testo critico mi onora. Auguro di cuore un viaggio di luce splendida. Con grandissima stima e affetto, riposi in pace!
Un abbraccio a Patrizia e Arianna! Addio Giorgio! Vito Sardano
Fiquei muito triste. Grato por me comunicar. Tenho boas lembranças dele. Sempre correto é afetuoso. Um bom amigo. Abraço forte! Gerardo Vilaseca
Breve biografia di Giorgio Di Genova (Roma, 23 ottobre 1933 – Roma 25 luglio 2023)
Storico dell’arte italiano, noto per essere autore dei 10 tomi della monumentale Storia dell’arte italiana del ‘900 per generazioni (Edizioni Bora, Bologna). Laureatosi in Storia dell’arte all’Università La Sapienza di Roma con una tesi su Silvestro Lega, iscritto al Partito Comunista Italiano, da cui è uscito nel 1956, dopo i fatti di Ungheria, ha intrapreso una lunga attività di critico e storico dell’arte. Ha curato allestimenti museali, simposi di scultura a Carrara e mostre di scultura a Pietrasanta ed esposizioni di arte monocromatica, arte sacra, arte e fumetto, arte erotica sull’arte in carta, ecc. È autore di numerose monografie, tra cui quelle su Cagli, Moreni, Guasti, Ivo Sassi, Garau, sull’arte fantastica e sull’arte erotica.
Nel 1975 ha fondato la rivista trimestrale d’arte “Terzo Occhio”, edita a Bologna da Bora, di cui è stato il coordinatore fino al 2006. Nel 1984 è stato commissario per il padiglione italiano alla XLI Biennale di Venezia, invitando Antonio Bueno, Mario Padovan e Novello Finotti, mentre nel 1993 è stato nella commissione per la XII Quadriennale di Roma. E’ stato in due Commissioni Inviti della 54^ Biennale d’Arte di Venezia Lo Stato dell’Arte. Nel 1980 ha ideato e curato per la Provincia di Rieti le Biennali Nazionali d’Arte Contemporanea, avviate con Generazione anni Venti, a cui ha affiancato al posto del consueto catalogo un volume. Dopo aver curato la Biennale Generazione anni Dieci (1982) e Generazione primo decennio (1985), per dissensi insanabili ha interrotto i rapporti con la Provincia di Rieti e nel 1990 ha riavviato per la Edizioni Bora di Bologna la stesura dei volumi, riveduti ed ampliati, della Storia dell’arte italiana del ‘900, impresa conclusa il 2010 con la pubblicazione dell’Indice generale dei nove tomi.
Nel 1999 è stato tra i fondatori del MAGI ‘900, concepito come un’antologia dell’arte italiana del Novecento e allestito secondo criteri cronologici e generazionali, in modo da essere il corrispettivo museale del contenuto della sua Storia dell’arte. Di tale museo è stato direttore artistico fino al 2006, anno in cui ha rassegnato le dimissioni per insanabili dissensi con il proprietario. Nel 2008 è stato nominato dalla Camera di Commercio di Vibo Valentia curatore artistico del Premio Internazionale Lìmen Arte da lui ideato e avviato nel 2009, giunto alla VII edizione e da cui è sorta la Galleria d’Arte Contemporanea del Valentianum. Tra le recenti pubblicazioni vanno ricordate: Percorsi di arte in Italia (Rubbettino editore, 2014-2018) di cui dal 2015 è stato anche co-curatore e la raccolta di suoi testi – Interventi ed erratiche esplorazioni sull’arte. La dialettica del mestiere di un critico. Tre volumi (Gangemi editore, Roma 2021).
Carla GUIDI 2 Agosto 2023