P d L
Abbiamo incontrato Vittorio Sgarbi circondato da quadri antichi a casa di un collezionista romano; l’occasione per una breve discussione non poteva essere migliore.
-Dunque Vittorio Sgarbi il Mart di Rovereto presenta una novità piuttosto intrigante, una nuova versione della Maddalena penitente che attribuisci a Caravaggio e che hai ritenuto così importante al punto da portarla in un Museo. Vuoi spiegarci le ragioni della tua scelta ?
R: Questo dipinto, che riemerge da una collezione londinese, a me è parso subito di qualità non inferiore alle altre due versioni già note e più volte pubblicate, cioè la Klain e l’altra che si conosce come versione Gregori, di qui l’idea che potesse a ragione rientrare nel progetto espositivo in atto a Rovereto essendomi convinto che il mio parere attributivo non sia per niente peregrino; dopo di che ovviamente non c’è alcuna pretesa di esaustività, sappiamo tutti che quando si parla di Caravaggio occorre cautela anche perché questo quadro come dicevo è riemerso da poco e dunque anche per metterlo a disposizione del pubblico e di quanti vorranno prenderlo in esame ho creduto opportuno esporlo.
–Ma perché hai pensato di presentarlo proprio al Museo ?
R: Intanto perché come dicevo rientra nel progetto con cui abbiamo varato le ultime iniziative, tanto è vero che la Maddalena in estasi fa ancora parte della mostra principale della triade che compone “Caravaggio. Il contemporaneo”, progetto all’interno del quale abbiamo presentato il Seppellimento di santa Lucia che, a dispetto delle tante pretestuose polemiche, oltre ad aver segnato un grande innegabile successo, adesso è un’opera restaurata e restituita al meglio. Non c’è altro obiettivo se non quello di farne argomento di discussione e di studio per chiunque, tra i numerosi esperti della materia, abbia intenzione di verificarne la grande qualità che a prima vista denuncia e che, lo ripeto, a mio parere compete senz’altro con quella delle altre due versioni. Posso aggiungere che lo stesso parere ha espresso Keith Sciberras che lo ha visto e ne è rimasto molto colpito anch’egli.
-Tu sei tra coloro che pensano che Caravaggio replicasse le sue opere ? e rispetto alla datazione tu fai risalire la Maddalena al 1606 mentre per altri studiosi sarebbe invece stilisticamente compatibile con le ultime opere, quindi da datare al 1610.
R: Certo, è possibile che replicasse considerata la richiesta e il successo dei suoi dipinti; quanto alla datazione è vero invece a mio parere che Caravaggio possa aver realizzato il dipinto dopo l’uccisione di Tomassoni, quindi nel 1606, mentre si trovava nei feudi Colonna, perché inizia da qui un realismo tragico, diverso dall’esuberanza delle sue opere precedenti.
-Puoi accennare alle prossime iniziative che intendi proporre al Mart?
R: Intendiamo portare Raffaello e Botticelli, che conviveranno con la mostra su Boldini: un’offerta che credo sia proprio assolutamente unica fra i musei italiani. In particolare la mostra su Botticelli è una opportunità del tutto imprevista ed imprevedibile per il Mart, che non c’è ragione che non si apra all’arte antica, come del resto già avvenuto con Caravaggio e Antonello, e Botticelli, grandissimo pittore riscoperto nell’Ottocento e poi ripreso dai Preraffaelliti, è proprio il collegamento giusto con la modernità, non solo perché la sua è un’opera senza tempo, ma anche perché è l’opera di un genio che è stato capito tardi, proprio come Caravaggio; c’è insomma un’attualità che mi sembra connessa alla logica della riscoperta.
–Quali altri artisti compariranno in questa mostra?
R: Ci saranno capolavori del Pollaiolo, di Filippo Lippi, la Venere della Galleria Sabauda di Torino dello stesso Botticelli e molti altri.
–A quanto pare ci sarà pure la famosa “influencer” Chiara Ferragni … confermi?
R: Certamente. Chiara Ferragni è stata fotografata agli Uffizi davanti alla Venere di Botticelli con grande compiacimento del Direttore, Eike Schmidt che ha utilizzato quella foto sui social riscontrando –prima delle chiusure dovute alla pandemia- un incremento del 27% di visitatori giovani; dunque se i giovani possono arrivare all’arte antica e ai musei anche grazie a Chiara Ferragni cosa c’è di scandaloso? E neppure mi stupirei se dovessi vedere davanti ad un Caravaggio che so? un Clark Gable o comunque un mito del nostro tempo. Ritrarre l’immagine della Ferragni davanti al Botticelli non vuol dire affatto fare una utilizzazione indebita di una immagine ma rimanda al rapporto di ognuno di noi davanti ad un capolavoro, ad un monumento, e se uno poi è anche famoso è più utile al monumento che a se stesso.
-Dunque per gli Uffizi si è trattato di un successo, così credi che per il Mart, devo ritenere, si tratta di un’opportunità da cogliere; è così?
R: Si, perchè la fotografia è un’opportunità, nel senso che la foto che poi il Direttore può mandare in giro per il mondo non significa affatto voler dissacrare l’opera d’arte, come pensa il solito critico ben conosciuto che s’indigna presumendo che noi dovremmo chiederle, se accettiamo il ruolo della Ferragni come una sorta di mediatrice, cosa pensa lei di Caravaggio o di Botticelli. Io tutto vorrei tranne sapere che ne pensassero ad esempio Gary Cooper, o Marilyn Monroe, cioè personalità che sarebbero state in dialogo senza problemi con l’opera di Botticelli, come lo fu proprio la Monroe con Andy Warhol; nessuno si sarebbe posto il problema di sapere cosa pensasse Marilyn Monroe ma di vedere Marilyn Monroe, cioè vedere insieme due bellezze di tempi distinti.
–E del fatto che a Capodimonte non la bellezza della Ferragni ma l’immagine, e la voce, di un cantante partenopeo neomelodico sia stata messa di fronte a Caravaggio, a Ribera e così via, che ne pensi? Sylvain Bellenger, il Direttore, è stato praticamente messo in croce.
R: Si, ma era accaduto anche con Schmidt all’inizio, il quale però poi ha potuto dare dei dati che confortano circa l’utilità della Ferragni per la comunicazione e l’incremento degli accessi.
-Ecco, ma tu come intendi fare?
R: Sai cosa farò? Una volta chiusa la mostra con Botticelli ne faccio partire un’altra in cui mostrerò tutti gli autori che si sono mossi in questa direzione, fino a Giuseppe Veneziano, fino a Jeff Koons, a Michelangelo Pistoletto … La Ferragni inoltre ha una intelligenza istintiva che l’ha portata a muoversi nell’arte antica in una duplice direzione, da un lato nel dipinto con Veneziano, dall’altro nel video che le ha fatto Francesco Vezzoli che come sai ha messo il suo volto in una Madonna del Sassoferrato, altra cosa che ha scandalizzato.
-In effetti il Codacons ha parlato di “grave offesa al sentimento religioso dei cristiani”
R: Lasciamo perdere il Codacons, invece a me non ha affatto scandalizzato: forse che la Mangano non fece la Madonna per Pasolini nel Decameron ? Cosa trovano di male nel fatto che una bella donna diventi una Madonna ? Peraltro noi sappiamo che il Sassoferrato fu un autore molto importante ma sappiamo altrettanto bene che è sconosciuto ai più, ecco dunque che con la Ferragni viene rivitalizzato, come se gli desse una parte della sua popolarità, quindi metteremo anche questa immagine. Insomma, a partire dal confronto con Botticelli e frequentando l’arte antica la Ferragni è entrata in un ambito in cui immedesimarsi e mi pare ci sia tutt’altro che scandalizzarsi.
-Devi comunque ammettere che non è la prima volta che si realizza questa sorta di connubio tra un dipinto antico e un personaggio moderno.
R: E’ vero ma è del tutto originale l’intenzione; è la prima volta che un museo sposa un progetto in cui viene realizzata una mostra che isituisce una serie di paralleli tra Rinascimento, tra tardo Cinquecento e il nostro tempo tra l’altro determinando una particolare attrazione per una città come Rovereto e per un autore certamente universale come Botticelli al quale l’accostamento con la Ferragni darà sicuramente ancor più lustro.
P d L Roma 20 marzo 2021