“VulnerarTe”, un progetto di Sergio Mario Illuminato a Villa Altieri (fino all’11 Febbraio)

di Carla GUIDI

FOTO 1 – Sergio Mario Illuminato, “Iosonovulnerabile”, foto di Alessandro Spitale

 Nella splendida cornice di Villa Altieri, Palazzo della Cultura e della Memoria Storica di Roma (viale Manzoni 47) è ancora possibile visitare la mostraIOSONOVULNERABILE”, progetto artistico transdisciplinare di Sergio Mario Illuminato, riconosciuta tra le “Buone Pratiche Culturali della Regione Lazio (http://www.iosonovulnerabile.it/practive-performative/2025-2/)

INGRESSO GRATUITO.

Apertura al pubblico ancora fino all’11 febbraio 2025 – dal lunedì a giovedì dalle 8,00 alle 18.30, venerdì dalle 8,00 alle 15,00.

La mostra racconta il progetto transdisciplinare “Iosonovulnerabile” di Sergio Mario Illuminato, fondatore del Movimento VulnerarTe. Una laurea in Lettere e Filosofia all’Università La Sapienza di Roma, laurea in Pittura dell’Accademia Belle Arti di Roma e membro dell’Ordine Giornalisti del Lazio, certificato Arte Contemporanea MOMA di New York, curatore di mostre, editorialista, autore di libri d’arte e curatore di programmi RAI.

FOTO 2 –Sergio Mario Illuminato, “Collisione”,  foto di Alessandro Spitale

Sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e della Commissione Europea – Rappresentanza in Italia, con l’auspicio della Presidenza VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei deputati, con il patrocinio del Ministero Affari Esteri, della Regione Lazio, della Città metropolitana di Roma Capitale e dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale. La produzione esecutiva del progetto è dell’associazione di promozione sociale Movimento VulnerarTe.

Il progetto nasce dalla residenza artistica nell’ex Carcere Pontificio di Velletri ed in occasione dell’inaugurazione della presente mostra ha visto in scena la performance del Teatro Valmisa Who is me con Lucia Bendia e drammaturgia di Elia Castello, in omaggio ai 50 anni dalla scomparsa di una delle figure più rilevanti della cultura italiana, Pier Paolo Pasolini.

FOTO 3 – Sergio Mario Illuminato,“Silenzio esausto”, foto di Alessandro Spitale

Dopo aver toccato luoghi simbolici, tra cui l’ex Carcere stesso, e nel 2024 l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, iosonovulnerabile approda a Roma, dove si fa anche veicolo di una riflessione generazionale attraverso il coinvolgimento di giovani artisti e studenti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Roma e dell’Istituto di Istruzione Superiore Piaget Diaz, che espongono i loro lavori negli spazi di Villa Altieri, accanto a quelli di Illuminato. Quindi l’esposizione a Villa Altieri è l’ultimo capitolo di una narrazione visiva che esplora l’umanità nella sua finitezza, attraverso le quindici opere – tra pittura e scultura – appartenenti al ciclo Organismi Artistici Comunicanti, il video Corpus et Vulnus, il cortometraggio Vulnerare e attraverso la serie fotograficaTerre rare. Tutti progetti nati nel 2023 dalla residenza nell’ex Carcere, che attingono alla storia del luogo, per dar vita a un racconto sull’umanità e sul suo potenziale di trasformazione.

 

 

FOTO 4 Collage delle opere dei ragazzi; sotto Oere dei ragazzi in mostra ( Foto 5 e 6)

COME NASCE IL PROGETTO

Il progetto artistico transdisciplinare di Illuminato nasce nel 2023 quando, presso l’ex Carcere Pontificio di Velletri, prende vita una straordinaria iniziativa che vede coinvolti professionisti delle arti visive, del cinema, della fotografia, della danza e della musica, insieme ad artisti e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma e dell’Istituto di Istruzione Superiore Piaget Diaz.

Il contesto – uno spazio di oltre mille metri quadri costruito nel 1861, chiuso definitivamente nel 1991, abbandonato per oltre trent’anni ma durante la residenza artistica, si è trasformato in un luogo di arte e dialogo dove pareti di pietra e sbarre di ferro sono divenuti il supporto di definizioni ed elaborazioni artistiche sulla vulnerabilità umana. Le ex celle sono state abitate da un gruppo di artisti, poco prima di una trasformazione irreversibile dell’intera struttura: pittori, fotografi, cineasti, danzatori, musicisti hanno praticato una forma di speleologia creativa – tra le scritte dei detenuti e accanto a pile di faldoni del tribunale penale – capace di riportare alla luce il potente legame che esiste tra la vulnerabilità̀ umana e la forza creativa.

Viviamo un’epoca di trasformazioni profonde, di liquidità di fenomeni ed esistenze, di precarietà dei luoghi di riferimento, di virtualità e metamorfosi, dovendo commisurare la spiritualità e la formazione intellettuale ormai solo ad un criterio di invisibilità, di irrilevanza. Costretti ad uno sforzo continuo verso una dimostrazione d’esistenza, anche attraverso il dolore, il cosiddetto Postmoderno ha assunto un superlativo più adeguato nell’appartenenza alle società democratiche occidentali, economicamente e tecnologicamente sviluppate, nelle quali tutto sembra essere divenuto esasperato: Ipermoderno.

Quale traccia lasceranno le trasformazioni che stanno definendo il nostro tempo? iosonovulnerabile affronta questi temi, esplorando la vulnerabilità non come debolezza, ma come una forza creativa, capace di rigenerare e ridefinire la nostra percezione del mondo. Il progetto infatti fonde pittura, scultura, fotografia e cinema rispecchiando la visione dell’artista, per il quale la realtà è come un organismo complesso e stratificato. La mostra a Villa Altieri è divenuto così un atelier di ricerca e riflessione dove ogni opera esposta è la tessera di un puzzle, un luogo in cui lo spett-attore è invitato a esplorare un dialogo tra passato e presente, svelando i significati nascosti del processo creativo.

FOTO 7 e 8 – Installazioni di Michele Vasca e Mitsuki Akiyama, foto di Alessandro Spitale

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Opere installative “Organismi Artistici Comunicanti”

La serie di quindici opere su tela dal titolo Organismi Artistici Comunicanti rappresenta il cuore pulsante del progetto iosonovulnerabile: pitture-sculture “vive”, composte da pigmenti organici e metallici in continua mutazione – come foglie d’oro, intonaci, estratti da ferro ossidato, garza, vetro, cemento, cera – incarnano la fragilità e l’effimero dell’arte.

Queste opere installative, con ferite e crepe, raccontano di un mondo sull’orlo della disintegrazione, attraversato da un’irresistibile pulsione di sopravvivenza: la sfida per lo spettatore è confrontarsi con i propri limiti e riconoscere nella vulnerabilità un punto di partenza per nuove possibilità di esistenza.

Video Corpus et Vulnus

Strettamente collegato al ciclo Organismi Artistici Comunicanti, il video (40 minuti) Corpus et Vulnus è un’immersione profonda nel cuore pulsante del progetto iosonovulnerabile, dove l’arte si trasforma in un organismo vivo e dinamico. La serie fotografica Terre rare sono oltre 40 fotografie che raccontano il viaggio attraverso i recessi abbandonati dell’ex Carcere, dove le pareti trasudano storie di sofferenza e resistenza. Tra le sbarre arrugginite e le finestre rotte. che filtrano la luce naturale come flebili speranze, emerge una narrazione visiva che sfida il pensiero convenzionale. Gli scatti catturano l’autenticità degli spazi abbandonati con una sensibilità etica e politica, raccontano una storia di claustrofobia e oppressione intessendo un ritratto universale della condizione umana.

EVENTI IN MOSTRA

Nel periodo di mostra, gli spazi espositivi sono palcoscenico per eventi performativi “Dal corpo al corpo dell’arte” curati da Roberta Melasecca e Michela Becchis, con la partecipazione delle artiste Daniela Beltrani, Francesca Di Ciaula, Anahi Mariotti e Silvia Stucky.

    Giovedì 23 gennaio 2025 ore 18.00 “COR HABEO” – Performance di FRANCESCA DI CIAULA

FOTO 9 – INVITO Performance di Francesca Di Ciaula

Francesca di Ciaula crede nel potere dell’arte. E crede che l’arte doni coraggio. Crede che chi opera nell’arte, ogni giorno, compia un atto di coraggio. Crede che l’arte sia uno strumento di condivisione e che in questa condivisione ognuno possa trovare una porzione di liberazione, di speranza, di coraggio. Nel suo significato etimologico, coraggio – avere coraggio – deriva dalla parola ‘cuore’: cor habeo, avere cuore, agire con il cuore. Francesca prende la sua vita per mano e la osserva, come un filo ininterrotto che si svolge sul terreno. In essa riconosce le sue fragilità, le vulnerabilità, le zone di luce, le ombre e tutti quei “nodi” che rappresentano i momenti che nel corso del tempo non si sono sciolti e sono rimasti lì, fissi, stretti, legati, punti di concentrazione di forze che impediscono l’andamento lineare.

Sono stati necessari parecchi anni e tanto lavoro per riconoscere in me debolezze e fragilità, guardarle negli occhi e non celarle a me stessa e agli altri. E mi rendo conto, anche con gratitudine, che è un lavoro che non ha mai fine. Vecchie ferite riemergono, insieme alla possibilità di sciogliere quei nodi antichi della cui esistenza possiamo sempre cominciare ad essere consapevoli. Succede o è successo anche a te? C’è un nodo che desideri e necessiti sciogliere? Qualcosa che ti tiene legato, che ti trattiene? Se ti va di pensarci e di condividerlo te ne sarei molto grata. Sarà una confidenza, una tua confidenza, che con fiducia utilizzerò in forma anonima, leggendola ad alta voce insieme alle altre ricevute.”
  • L’invito dell’artista a persone a lei care, credendo nella forza e fortezza dell’insieme, diventa il cardine della performance che si spoglia dall’essere azione individuale per assumere le sembianze di progetto comune, comunitario, dichiarato con onestà e coraggio. I nodi cessano di essere gli elementi di costrizione delle esistenze, si allentano, si liquefano al contatto con l’acqua, e sulla loro impronta rimane il segno dei legami sociali, umani, culturali, di arte e vita che costruiamo nel nostro andare. Allora la parola ‘coraggio’ si fonde con la parola ‘fiducia’, la quale, come afferma il filosofo Salvatore Natoli, è la figura centrale della comunità: atteggiamento mentale e forma relazionale che costituisce la base etica, costituente e costitutiva, del legame che costantemente va rinnovato, alimentato, intensificato. Fiducia è così dare credito, fare assegnamento su qualcuno, credere. Francesca di Ciaula crede, assume su di sé la responsabilità di chi a lei si è affidato, e invita tutti noi a fare altrettanto, anche solo per pochi minuti. » (Roberta Melasecca)

FRANCESCA DI CIAULA. Nasce a Padova nel 1960. Dopo il Liceo Classico frequenta la Facoltà di Storia dell’Arte dell’Università di Padova. In questa città apprende la tecnica della lavorazione del metallo prezioso. Nel 1985, con una borsa di studio per la Rietveld Art Academy, si trasferisce ad Amsterdam, città in cui si stabilisce dedicandosi all’arte del gioiello, inteso come oggetto dedicato e connesso al corpo emozionale e fisico, e alla ceramica. Tornata a vivere a Roma nel 2009, lavora tra Amsterdam, Roma e Tel Aviv. Ha esposto in musei e gallerie nazionali e internazionali: le sue opere sono presenti nelle collezioni Rijksmuseum Amsterdam NL, Museum Modern Art Arnhem NL, Dallas Museum of Art USA. Nel 2021 ottiene il Premio Letizia Battaglia e nel 2024 la Menzione Speciale per il Festival del Tempo V edizione.

FOTO 10 – INVITO Performance di Silvia Stucky – Giovedì 30 gennaio ore 18 – Corpo vestito di carta di Silvia Stucky
FOTO 11 – INVITO Performance di Daniela Beltrani – Giovedì 6 febbraio ore 17,30 – No innocent bystanders-Februare di Daniela Beltrami

DICHIARAZIONI

“La collaborazione triennale con IOSONOVULNERABILE – afferma Pierluigi Sanna, Vicesindaco Città metropolitana di Roma Capitale – rafforza il nostro impegno costante nel costruire modelli di sviluppo umano e collettivo che riflettono la complessità e la bellezza della nostra esistenza”.
“Il fulcro di tutto il progetto culturale è il tema della vulnerabilità, – dichiara Federico Mollicone, Presidente Commissione Cultura della Camera dei deputati – che si esprime esteticamente e trasversalmente in molteplici modi. L’arte ha il potere mitopoietico di trasformare la vulnerabilità, il degrado, il disagio, la sofferenza e la solitudine in bellezza. Come scrive il curatore Illuminato, “l’arte non è un lusso, ma una necessità vitale”.
“IOSONOVULNERABILE incarna uno dei principi alla base della diplomazia culturale del nostro Paese: l’inclusione, realizzata attraverso una fruttuosa collaborazione tra istituzioni pubbliche e realtà non-profit”,

afferma Marco Maria Cerbo, Capo dell’Unità per il coordinamento degli Istituti italiani di cultura del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.

 Carla GUIDI  Roma 19 Gennaio 2025

Media partner dell’evento: Exibart e VulnerarTe Magazine, testata nata dal progetto artistico. www.instagram.com/iosonovulnerabile/ www.facebook.com/iosonovulnerabile/