di Silvana LAZZARINO
Alla Galleria delle Arti di Roma la più celebre delle opere di Andy Warhol, il volto di Marilyn Monroe. La mostra inaugurata lo scorso 3 ottobre è visitabile fino al 23 dicembre 2023
La società americana degli anni Sessanta che vive il crescente flusso del progresso in cui si affermano le nuove tecnologie, assiste per opera della macchina consumistica dell’industria, alla produzione di oggetti a ritmo continuo e ripetitivo che irrompono nella vita di tutti i giorni condizionandone comportamenti, abitudini e scelte. Una chiave di lettura interessante per entrare nell’immaginario di questa continua crescita produttiva dove l’oggetto, il prodotto di largo consumo, ma anche i protagonisti del mondo dello spettacolo, e della politica diventano presenze fruibili e alla portata di tutti entrando a far parte della celebrità, è restituita dall’arte di Andy Warhol. (Pittsburgh 1928- New York 1987) che riflette con rinnovato approccio comunicativo proprio i volti della società della massificazione e della produzione in serie,
Padre della Pop Art e vate della società dei consumi americana degli anni Sessanta egli rende immortali proprio le celebrità del mondo della cultura e dello spettacolo, entro uno sguardo che mira a incanalarsi nella ripetizione dell’immagine suggerendo il bisogno di fissare l’attenzione su un soggetto mediante una visione ripetuta. Riguardo la ripetizione delle immagini in modalità ossessiva, resa con la tecnica serigrafica queste le sue parole:
“L’attrazione che provo nel lasciare che le immagini si ripetano e ripetano all’infinito manifesta la mia convinzione: sprechiamo la maggior parte delle nostre vite a guardare invece che ad osservare”.
Il volto di Marilyn Monroe, una delle icone più famose del cinema americano cui l’artista ha dedicato una serie di serigrafie note in tutto il mondo, è al centro dell’esposizione “Warhol – Serial obsession” che è stata inaugurata lo scorso 3 ottobre 2023 a Roma presso la Galleria delle Arti sita in uno dei palazzi storici del quartiere San Lorenzo. Oltre alle 10 serigrafie dedicate a Marilyn, stampate dalla Sunday B. Morning nel 1985, timbrate e firmate dall’artista, sono esposte 2 dei quattro ritratti di “Ludwig Van Beethoven” e 4 dei dieci “Flowers” serigrafie firmate che rappresentano quattro fiori bianchi, simboli di candore, vulnerabilità e memento mori. Queste opere che costituiscono una delle cartelle più note e citate dell’artista americano e la cui ricchezza cromatica cambia da serigrafia in serigrafia, fanno parte di una collezione.
Ponendo al centro delle sue opere prodotti di largo consumo, Warhol restituisce un nuovo volto all’arte rendendola portavoce di un fenomeno legato al mercato e alla pubblicità dove viene data più importanza all’apparenza che alla sostanza e dove emerge il presente con tutto quello che porta con sé in termini di successo e rinnovamento.
La ricchezza cromatica che cambia da serigrafia a serigrafia è centrale in queste opere esposte dove, come accennato sopra, spicca l’immagine di Marilyn in cui si concentrano l’aspetto riferito alla celebrità, ai mass media e al dramma proprio per il fatto che la nota attrice americana non solo ha incarnato il culto della celebrità, della bellezza e del glamour di Hollywood, ma dopo la sua prematura scomparsa è diventata figura simbolica della solitudine e della promessa non mantenuta del sogno americano.
Nelle serigrafie risaltano i contrasti cromatici grazie all’utilizzo di colori complementari quali il blu e l’arancione, il viola e il giallo, a creare un effetto di vibrazione con cui gli stessi accoppiamenti cromatici vengono esaltati, Stagliata su uno sfondo uniforme, la figura di Marilyn è restituita nella sua immortale bellezza come icona di desiderio di massa. Questa modalità nel portare al grande pubblico personaggi famosi dello spettacolo, della cultura entro una rappresentazione che li propone quali simboli legati ai media, proprio come gli oggetti di consumo, non poteva che nascere mediante la serigrafia a partire dalla scelta di una fotografia in riferimento al soggetto cui si vuole dare nuova espressione.
Alla serigrafia, tecnica che permette di riprodurre la stessa immagine più volte seppur con lievi differenze a partire dall’utilizzo di una foto, Warhol ha iniziato con il dedicarsi dai primi di agosto del 1962 (a brevissima distanza dalla morte di Marilyn) con l’obiettivo di ottenere un effetto più incalzante per comunicare un prodotto seriale. Queste le sue parole riguardo la genesi della serie dedicate a Marilyn:
“Con la serigrafia si prende una foto, la si sviluppa, la si trasferisce sulla seta mediante colla e poi la si inchiostra, cosicché i colori penetrano attraverso la trama salvo che nei punti dove c’è la colla. Ciò permette di ottenere più volte la stessa immagine, ma sempre con lievi differenze. Tutto così semplice, rapido, casuale: ero eccitatissimo. Poi Marilyn morì quello stesso mese, e mi venne l’idea di trarre delle serigrafie da quel suo bel viso, le mie prime Marilyn”.
Per l’attrice americana Warhol ha scelto di utilizzare come riferimento uno scatto dal film Niagara del 1953: un’immagine statica così da poter creare una maschera truccata e ben pettinata da rendere l’attrice immortale. Le serigrafie di Warhol hanno reso la Monroe l’icona pop che è ancora oggi-
Anche per “Flowers” dipinto ad acrilico ed inchiostro serigrafico su tela realizzato nel 1964, l’artista ha fatto riferimento ad una fotografia a colori di fiori d’ibisco scattata da Patricia Caulfield e pubblicata sulla rivista Modern Photography. Egli ha ricostruito la sua serigrafia partendo da quella foto che attraverso modifiche ha reso puramente grafica. A questa ne sono seguite altre. Il successo di questi fiori realizzati a ripetizione ha visto il suo lancio nella galleria di Leo Castelli a New York, dove ogni stanza era stata riempita di tele e stampe con queste piante.
Entro la ripetizione ossessiva dell’immagine vi è una denuncia nei riguardi di ciò che è fuggevole ed effimero: il fiore bianco nella su fragilità diventa eterno, forse in riferimento al costante pensiero che accosta la vita alla morte. Dall’effimero e alla caducità si passa al furore creativo che emerge nel ritratto del musicista Ludwig van Beethoven realizzato dall’artista di corte dei re bavaresi Joseph Karl Stieler nel 1820, opera cui fa riferimento Warhol per immortalare il compositore nelle sue serigrafie frutto della sua “ossessione seriale”.
Nell’ambito della mostra, aperta fino al 23 dicembre 2023, sono in programma un talk sul tema “Comunicazione di massa attraverso l’arte”, una conferenza su Andy Warhol a cura della storica dell’arte Caterina Brazzi Castracane e visite guidate su appuntamento per scuole e privati.
La Galleria delle Arti
“La Galleria delle Arti è un’associazione culturale nata nel 2019 con l’intento di sostenere, promuovere e divulgare ogni forma d’arte nel senso più ampio del termine. Un progetto coordinato da un team di under 30, la cui sede si trova in uno dei palazzi storici del quartiere San Lorenzo. La Galleria negli anni, focalizzandosi sull’opera grafica dei grandi artisti del ‘900, ha ospitato l’intera raccolta delle xilografie raffiguranti “La Divina Commedia” di Dalì, la mostra su “Los desastres de la guerra” di Goya e la serie “Tracé sur l’eau” di Mirò. Mostre uniche nel loro genere, con l’intento di far avvicinare all’arte creando un ambiente inclusivo che invita anche chi non è un abituale frequentatore d’arte ad esplorare questo universo. La Galleria delle Arti è uno spazio culturale anticonvenzionale progettato per organizzare e realizzare mostre, ospitare eventi, concerti, proiezioni o presentazioni di libri. È molto più di un luogo in cui osservare opere d’arte: è anche un bar e un locale di musica dal vivo nei fine settimana, nel quale gustare un bicchiere di vino accompagnato da musica live, contornati da esposizioni, che si uniscono ad un arredamento dal sapore vintage.
La Galleria si fa mezzo e strumento per diffondere l’arte attraverso la propria filosofia e con lo scopo di renderla maggiormente fruibile alla Città di Roma”.
Silvana LAZZARINO Roma 8 Otobre 2023
“Warhol – Serial obsession”
La Galleria delle Arti, Via dei Sabelli 2 Roma
Orario: giovedì e domenica ore 18.00-22.00; venerdì e sabato ore 18.00-23.00
fino al 23 dicembre 2023
Ingresso con formula “Up to you”
Per informazioni: tel. 375 7223987
Sito: https://www.lagalleriadellearti.it
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